Vita Chiesa

Pienza, il parroco spiega perché non ha autorizzato le riprese di una fiction nella concattedrale

A Piena è scoppiata una polemica per la concessione della Concattedrale alla Lux Vide per le riprese della fiction «I Medici-3». Tutto nasce da un recente spettacolo in piazza per il quale è stato utilizzato il Duomo come camerini con tutto quello che si può immaginare. Il Parroco, constata la situazione, ha deciso di non concedere l’uso del tempio per il proseguo delle riprese e ha spiegato la sua decisione con questa nota: 

«A seguito dei recenti articoli sulla stampa e relative polemiche da me assolutamente non volute – scrive il parroco, don Andrea Malacarne – , rispettoso delle decisioni altrui, credo che sia doveroso spiegare le motivazioni che mi hanno spinto a prendere una decisione così chiara e inequivocabile. Sposo in pieno quanto affermato nel Documento dell’Episcopato Italiano “I Beni Culturali della Chiesa in Italia. Orientamenti” al n. 34 del 9 dicembre 1992: “Le chiese sono essenzialmente destinate all’esercizio e alla promozione del culto, della pietà, della religione. Altri usi, in genere, non ne garantiscono adeguatamente il dovuto rispetto, la buona conservazione e il pubblico godimento”».

«Premetto che non ho nulla contro la Lux Vide e con le attività che da anni promuove; che apprezzo e condivido la decisione dell’Amministrazione comunale di autorizzare a Pienza le riprese della nuova serie de “I Medici”, riprese che sicuramente promuoveranno nel mondo le bellezze della nostra Città; profondamente rispettoso delle decisioni che vorrà prendere in merito la Società Pie Disposizioni di Siena, che gestisce il palazzo Piccolomini; come parroco della Parrocchia dei Santi Vito e Modesto, che ha sede nella Chiesa Concattedrale di S. Maria Assunta in Pienza, confermo ulteriormente la decisione presa di non autorizzare l’utilizzo del Duomo e di qualsiasi altra chiesa di mia competenza, indipendentemente da ogni considerazione economica, per attività al di fuori delle funzioni liturgiche e rimando al cap. 9 dell’IMA 2005 della CEI».