Vita Chiesa

Politica: card. Bassetti, per i cattolici «non interessarsene sarebbe da incoscienti»

Per i cattolici, «non interessarsi di politica, nel senso in cui la intendevano Sturzo e De Gasperi, sarebbe veramente da incoscienti». Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha risposto ad una domanda su questo tema, nel corso della conferenza stampa a conclusione dell’Assemblea generale dei vescovi italiani. «Non è il mio stile, il mio temperamento, il mio modo di essere», ha detto rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva conto di alcuni media, i quali commentando la sua introduzione ai lavori l’hanno interpretata come una sorta di presunta indicazione a non votare per il premier Salvini. «Certamente io ho la mia visione», ha aggiunto facendo riferimento ai «valori dell’antropologia cristiana» illustrati poco prima.

«Noi non ci scontriamo con nessuno, tutti sono liberi di avere ideologie e visioni diverse, ma nessuno potrà mai impedirci di avere un’antropologia precisa da cui partire e su cui costruire anche la politica», ha detto il presidente dei vescovi italiani rispondendo alle domande dei giornalisti sull’Europa e sulle elezioni europee di domenica prossima. «Se non partiamo da una visione antropologica precisa, non si costruisce nulla», il monito del cardinale, che ha ricordato come la «visione cristiana è il bene comune, la famiglia, il lavoro e tutti quei valori che attengono alla persona». «Noi siamo per l’Europa», ha aggiunto, «ma per un’Europa unita, non per gli interessi di qualcuno o dei gruppi. Un’Europa costruita su un’antropologia che viene con chiarezza dalla nostra visione cristiana».

«Il presidente Conte ha dato la sua disponibilità a tenere un incontro in Cei con i vescovi delle zone terremotate, ben 25. Lo abbiamo apprezzato molto», ha annunciato il card. Bassetti, che ha riferito di aver «subito registrato l’interesse da parte del governo» sulla questione della ricostruzione e delle condizioni delle quattro regioni coinvolte nel sisma. «Poi il presidente Conte è stato chiamato dal Presidente della Repubblica», ha reso noto Bassetti, «e l’incontro è stato rinviato a brevissimo termine, ma quanto prima, perché queste persone hanno bisogno di essere rassicurate». «Dopo due anni e mezzo, molto poco è stato fatto», la denuncia del presidente delle Cei: «È vero che si sono succeduti governi, è stato nominato un commissario, poi un altro… Ma è giunta l’ora di porre l’aratro per la sofferenza della gente: hanno bisogno di un luogo di culto, per i loro bisogni religiosi, ma hanno ancora più bisogno di una propria casa e di un lavoro». «Sono stato molte volte nei luoghi del terremoto – ha concluso Bassetti – e recentemente ho visto le macerie, e mi ha fatto impressione vedere crescere il muschio sulle macerie antiche».

Sulla riduzione del numero delle diocesi «c’è un progetto del Papa», sul quale «sono in atto quattro o cinque esperimenti», ha annunciato il card. Gualtiero Bassetti. «Fin dal primo incontro con noi – ha ricordato il cardinale – ci ha sempre detto che dovevamo ridurre il numero, perché in Italia ci sono troppe diocesi». «Le difficoltà ci sono», ha ammesso Bassetti: «Nessuna diocesi vuole rinunciare alla figura del vescovo, perché ha l’impressione di un decadimento di tutto il tessuto sociale». «Credo che Papa Francesco abbia trovato la strada giusta», il commento del presidente della Cei: «Accorpare due diocesi sotto la figura di uno stesso vescovo, con pari dignità, facendo in modo che camminino insieme per arrivare poi ad una fusione. Ma il cammino sarà molto più lungo».

Gli accorpamenti, ha specificato Bassetti, non riguarderanno soltanto diocesi dalle stesse dimensioni: «Se c’è una diocesi piccolina, accanto ad una diocesi metropolitana, si metterà la diocesi più piccola accanto a quella più grande, ma con la stessa dignità. Anche questo è un cammino sinodale». All’inizio della conferenza stampa, il cardinale ha fatto riferimento alla strage di Capaci e alla centralità dell’aspetto educativo, per combattere il fenomeno in tutta la sua «drammaticità»: «Le idee passano con gli uomini, ma continuano a camminare con le gambe delle generazioni che verranno dopo di loro», ha detto citando una delle «massime» di Falcone e Borsellino, definendola «un messaggio educativo forte per i giovani, di cui c’è particolarmente bisogno».