Vita Chiesa

Prato, da oltre cinque secoli le monache di San Vincenzo ricordano il miracolo della «Madonna dei papalini»

È forse il fatto più tragico della storia cittadina e ad esso è legato un miracolo che viene ricordato ogni anno da oltre cinque secoli. Il 29 agosto del 1512 l’esercito del viceré di Napoli Ramon de Cardona, accompagnato dal legato pontificio cardinale Giovanni de’ Medici, penetrò in Toscana dal Mugello e, per dare una dimostrazione di forza, deviò verso Prato, assediando la città per ben 22 giorni. Il saccheggio provocò centinaia di morti, violenze, incendi, rapimenti e passò alla storia come il Sacco di Prato. Fu una delle più terribili conseguenze dello scontro in Italia tra la Francia e gli spagnoli, alleati con lo Stato pontificio. In gioco c’era il rientro dei Medici, cacciati da Firenze (sotto il cui dominio era anche Prato) nel 1494. Di fronte a questo luttuoso evento, Firenze patteggiò la resa e il ritorno dei Medici al potere. Il Sacco ebbe conseguenze negative per la città: per decenni Prato fu fiaccata socialmente ed economicamente.

Ma come detto, le cronache di quel tempo non raccontarono solo drammi, ci fu anche un episodio di fede che la tradizione ha considerato come miracoloso. I soldati spagnoli misero a ferro e fuoco l’intera città ma risparmiarono il monastero di San Vincenzo. I capitani spagnoli Giovanni, Spinoso e Vincenzio, «penetrati come sciacalli affamati entro le sacre mure del Monastero», trovarono le suore raccolte in preghiera davanti ad una statua della Madonna. Si soffermarono e caddero in ginocchio. Da feroci e crudeli, in un attimo divennero mansueti, si alzarono dandosi la mano l’un l’altro e, «chiamata la madre Priora, Raffaella da Faenza, donna di molto valore e di singolare pietà, la esortarono – si legge nelle cronache – a stare di buon animo, giurando che avrebbero rispettato il Monastero e le Religiose».

La bella statua, in terracotta policromata degli inizi del Cinquecento, vestita con un abito settecentesco di seta ricamata, sarà esposta domenica 28 e lunedì 29 agosto all’interno della basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de’ Ricci per ricordare quel fatto prodigioso. I fedeli potranno venerare la sacra immagine posta per l’occasione presso la grata del coro (in fondo a destra per chi entra in chiesa).

La tradizionale processione con la statua della Madonna dei Papalini all’interno del monastero è in programma domenica 28 subito dopo i vespri alle ore 18,45. Mentre il 29, giorno della ricorrenza, gli orari sono i seguenti: alle 7,30 le lodi, alle 8 la messa celebrata dal canonico Alessandro Magherini e alle 18,30 i vespri.