Vita Chiesa

Prato, il monastero di San Vincenzo ricorda il miracolo della “Madonna dei Papalini”

Nel 1512 la città subì un assedio e un saccheggio durato ben 22 giorni, durante il quale ci furono molte violenze. Quell’episodio è conosciuto come il «Sacco di Prato» e fu talmente cruento che ci vollero molti anni prima che la comunità cittadina potesse risollevarsi. Il 29 agosto di 508 anni fa accadde anche un evento prodigioso, legato ad una immagine sacra poi chiamata «Madonna dei Papalini».

Prima di raccontarlo ricordiamo i fatti: nel 1512 Prato si trova al centro degli scontri tra francesi e spagnoli, questi ultimi, alleati della Stato Pontificio, vogliono riportare i Medici al governo di Firenze dopo la cacciata della famiglia nel 1494. Per farlo, le truppe spagnole assediarono la città. Ci furono molte violenze e anche i monasteri non furono risparmiati. In quello domenicano di San Vincenzo però avvenne un fatto miracoloso: i capitani spagnoli Giovanni, Spinoso e Vincenzio, entrando, trovarono le suore in preghiera davanti a una statua della Madonna, la guardarono e caddero in ginocchio divenendo pacifici; chiamata la priora, madre Raffaella da Faenza, le giurarono che il monastero sarebbe stato rispettato e così avvenne. Quella statua, in terracotta policroma degli inizi del Cinquecento, è così venerata come protettrice e salvatrice.

Anche quest’anno la ricorrenza viene ricordata con una serie di celebrazioni nel coro monastico aperte alla presenza dei fedeli nel rispetto delle norme anti Covid.

Sabato 29 agosto, canto delle lodi alle 7,30 e alle 8 messa celebrata da don Luca Rosati, parroco di San Pietro e della Visitazione a Galciana; domenica 30 agosto, lodi alle 8 e messa alle 8,30 celebrata dal rettore della basilica di San Vincenzo don Paolo Baldanzi. In questi due giorni vespro con la comunità monastica alle 18,45. Durante i festeggiamenti la statua della Madonna sarà esposta alla grata del monastero.