Vita Chiesa

Prato, il vescovo Agostinelli ha incontrato i sindacati: costruire «patti di prossimità»

C’è l’«Agenda di speranza», il documento stilato dall’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro lo scorso luglio, ma anche la recente visita di papa Francesco a Prato e il riferimento a quei «patti di prossimità» da costruire insieme, alla base del cammino che il vescovo Franco Agostinelli ha voluto avviare con tutte le parti sociali della città. Un cammino «che vuole rendere tutti protagonisti della costruzione di un progetto per Prato, a partire dall’ascolto e dalle energie che sono presenti sul territorio, la Chiesa tra queste». Un cammino, anche, che segna una continuità con la visita di Francesco. Il primo incontro, informale, si è tenuto ieri, venerdì primo aprile, con i sindacati.

 Non mancava nessuno: al tavolo della «sala rossa» in palazzo vescovile sedevano Cgil, con segretario confederale Alessandro Fabbrizzi e altri rappresentanti; il segretario della Cisl Stefano Bellandi e quello della Uil Rodolfo Zanieri, insieme a monsignor Agostinelli, al direttore della Pastorale sociale e del lavoro, Michele Del Campo, e al vicario generale Nedo Mannucci.

 Al centro della riunione alcuni punti chiari, a partire dalla creazione di una coscienza partecipativa e solidale (l’educazione); il lavoro degno e la dignità del lavoro; la convivialità o convivenza tra diversi e tra differenze (l’immigrazione e non solo); il welfare. Il tutto affrontato in un’ottica «intergenerazionale», che guardi, quindi, verso il futuro.

 Da dove partire? Quali sono le criticità ma anche le priorità per il nostro territorio? Queste alcune delle domande da cui è iniziata la riflessione, particolarmente sentita dai sindacati, che alla Chiesa hanno riconosciuto un ruolo centrale e «super partes» per promuovere quel valore universale e non ideologico dell’aiuto verso il prossimo e verso i più deboli, e coordinare quindi un lavoro di ricostruzione del tessuto sociale nell’ottica di comunità.

Tra i concetti chiave emersi più volte durante l’incontro l’esigenza di «osare», anche sfidando quanto fatto fino ad oggi; la volontà di collaborazione tra le varie parti sociali, tra imprenditori e operai e tra sindacati e impresa; la visione del sindacato come «sentinella» e la necessità di intercettare «chi ha voglia di fare le cose con impegno».

 «I patti di prossimità invocati dal Papa e l’Agenda di speranza non devono essere soltanto belle parole o esercizi di stile – ha sottolineato il vescovo Agostinelli – ma un metodo di lavoro e una alleanza per costruire una nuova speranza. Vedo tanta sofferenza in questa comunità, una sofferenza etica e morale che è anche un bisogno di ricostruire legami. Questo incontro è solo l’inizio di un cammino, le parole che siamo detti ci spingono a osare e invitano a osare: essere sentinelle può essere il giusto approccio per continuare su questa strada, insieme».