Vita Chiesa

QUARESIMA IN VATICANO: P. CANTALAMESSA, «RIMANERE NELLA FEDE DELLA CHIESA»

«L’Antico Testamento proclama apertamente l’esistenza del Padre e comincia ad annunziare velatamente quella del Figlio; il Nuovo Testamento proclama apertamente il Figlio e comincia a rivelare la divinità dello Spirito Santo; ora, nella Chiesa, lo Spirito ci concede distintamente la sua manifestazione e si confessa la gloria della beata Trinità»: con queste parole, sintesi del pensiero di San Gregorio Nazianzeno, il predicatore della Casa Pontificia, p. Raniero Cantalamessa, ha introdotto oggi la seconda predica di Quaresima alla presenza di Benedetto XVI. Approfondendo il tema “San Gregorio Nazianzeno maestro di fede nella Trinità”, p. Cantalamessa ha sottolineato che “Dio ha dosato la sua manifestazione, adeguandola ai tempi e alla capacità recettiva degli uomini”. San Gregorio Nazianzeno, ha proseguito, “dovrebbe aver suscitato in noi un desiderio ardito circa la Trinità: fare di essa la ‘nostra’ Trinità, la ‘cara’ Trinità, l’‘amata’ Trinità. Alcuni di questi accenti di commossa adorazione e stupore risuonano nei testi della solennità della Santissima Trinità. Dobbiamo farli passare dalla liturgia alla vita”.Per p. Cantalamessa, “c’è qualcosa di più beato che possiamo fare nei riguardi della Trinità che cercare di comprenderla, ed è entrare in essa! Noi non possiamo abbracciare l’oceano, ma possiamo entrare in esso; non possiamo abbracciare il mistero della Trinità con la nostra mente, ma possiamo entrare in esso!”. Il predicatore ha quindi affermato che “la ‘porta’ per entrare nella Trinità è una sola, Gesù Cristo. Con la sua morte e risurrezione egli ha inaugurato per noi una via nuova e vivente per entrare nel santo dei santi che è la Trinità e ci ha lasciato i mezzi per poterlo seguire in questo cammino di ritorno”. P. Cantalamessa ha quindi ribadito che il primo “e più universale” di questi mezzi “è la Chiesa”: “Quando si vuole attraversare un braccio di mare, diceva Agostino, la cosa più importante non è starsene sulla riva e aguzzare la vista per vedere cosa c’è sulla sponda opposta, ma è salire sulla barca che porta a quella riva. E anche per noi la cosa più importante non è speculare sulla Trinità, ma rimanere nella fede della Chiesa che va verso di essa”. (Sir)