Nel tessuto sociale di oggi, dove le tensioni tendono a radicalizzarsi e dove emergono nuove forme di povertà, di disagio, di emarginazione, la risposta della comunità cristiana è una sola: carità. E’ questa la strada indicata da mons. Luciano Giovannetti, vescovo di Fiesole, nella Lettera inviata ai fedeli della sua diocesi per la Quaresima. La carità, spiega il presule, non è semplicemente l’elemosina concessa di quando in quando: non è improvvisazione. Per questo le comunità cristiane hanno bisogno di formazione e di educazione alla responsabilità sociale e alla solidarietà, di veri e propri laboratori della fede dove si elaborano concrete risposte alle urgenze sociali e culturali. Sulla scia della prima enciclica del Papa, Deus Caritas Est, il vescovo delinea il profilo specifico dell’attività caritativa, intesa in primo luogo come una risposta generosa e rapida a delle necessità immediate. Per mons. Giovannetti, inoltre, l’attività caritativa deve essere indipendente da partiti e ideologie e non può mai essere uno strumento per fare proselitismo. Proprio il preoccupante clima di ostilità nei confronti della Chiesa e dell’annuncio cristiano si legge nella lettera ci sollecita a rendere sempre più efficace ed esplicita la nostra testimonianza di fede. A questo proposito, il presule sottolinea il ruolo decisivo della Caritas diocesana.Sir