Vita Chiesa

Quando il fidanzato è musulmano

DI DON FRANCESCO SENSINISono fermo al distributore per fare benzina quando un uomo, saputo che sono un sacerdote, scende dalla macchina e mi dice: Senta, padre, ho un grosso problema in famiglia!Ritengo inopportuna la circostanza per parlare di problemi e poi tra l’altro ho anche fretta. Comunque non posso rinunciare almeno ad ascoltare.L’uomo chiarisce: Mia figlia è fidanzata con un giovane…Istintivamente penso di aver già capito e dentro di me, penso che l’uomo sia esagerato, che veda i problemi dove non sono, che sia portato a drammatizzare anche le cose più semplice… E già sto pensando di chiudere il discorso.Non è certo un problema essere fidanzati, l’amore fa parte della sua vita. È neppure l’esser giovani, anche l’età ha le sue regole.Mi sento abbastanza sicuro per affrontare il «problema» ma mentre ancora la mia mente sta già elaborando le parole giuste, l’uomo, interrompendo i miei pensieri, continua: ma lui è un giovane musulmano.

Non me l’aspettavo. Avverto un certo disagio e mi sento in difficoltà. Anche per me è un problema. Credevo che il prete dovesse risolverli i problemi e invece comincio a capire che deve solo condividerli. Metter d’accordo l’amore con la religione non dovrebbe essere una difficoltà eppure…

Il problema è dunque di natura religiosa ma non tanto perché riguarda la fede ma perché investe il futuro della persone.L’uomo ha paura per il futuro della figlia. Non mi sento di dargli torto. Ha parlato con sua figlia? gli domando. Sì! e mi ha risposto che il problema è solo mio perché in fondo sono un razzista. Devo prender atto che l’amore della figlia è certamente più forte della ragione del padre. L’unico consiglio che mi sento di dargli è quello di invitarlo a parlare con il padre del ragazzo per vedere se anche per lui esiste lo stesso problema. E se per l’altro padre fosse un motivo di orgoglio? E se fosse una cosa che non lo riguarda?Per fortuna il pieno è già fatto. Saluto l’uomo con il suo problema e riparto.