Vita Chiesa

Quando pregate, dite così

La preghiera di Gesù ha sempre affascinato quanti lo avvicinavano, e in modo particolare i discepoli che avevano intrapreso un cammino di sequela sui suoi passi di Uomo dall’irresistibile attrattiva, la cui persona era da essi percepita come avvolta e custodita da un mistero più grande, inaccessibile alle loro capacità di comprensione.Fu così che tornando un giorno dalla preghiera, Gesù si sentì chiedere da uno dei suoi: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Era un’invocazione accorata nata dallo stupore di fronte all’intensità del contatto del Maestro con il Padre dei cieli, alla quale il Cristo subito risponde, partecipando la sua esperienza di Figlio e manifestando così alcuni atteggiamenti indispensabili alla preghiera. «Egli disse loro: «Quando pregate, dite: / Padre, sia santificato il tuo santo nome, / venga il tuo regno; / dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano…». Quindi, come a volere ulteriormente spiegare ed aiutare i discepoli a comprendere e, soprattutto ad entrare nel mistero della preghiera filiale, raccontò la parabola dell’amico importuno che ha il suo culmine nell’invito a chiedere per ottenere, cercare per trovare, bussare per vedere aprirsi la porte… Se infatti noi, che siamo cattivi, sappiamo dare cose buone ai nostri figli, – conclude magistralmente il Signore – quanto più il Padre del Cielo «darà lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono!» (Lc 11,13).

Lo Spirito santo operante nel cuore confidente dei figli: ecco il segreto della preghiera cristiana! L’apostolo Paolo, accennandovi nella lettera i Romani, presenta la preghiera proprio come opera dello Spirito che dal profondo della nostra interiorità ci spinge a rivolgerci a Dio chiamandolo familiarmente Padre. Quanti infatti crediamo nel Figlio e in lui siamo stati battezzati, abbiamo ricevuto lo Spirito santo che ci rende figli adottivi, preziosi agli occhi di Dio, e «per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!» (Rm 8,15). «Noi – prosegue l’Apostolo – non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio» (Rm 8,26-27).

Quanto l’acuta teologia di Paolo cerca di descrivere, è detto in modo semplice e immediato nella pagina lucana sopra ricordata. Se il Signore ci esorta: «Quando pregate, dite Padre», dobbiamo credergli e accogliere in semplicità il suo invito. Ognuno di noi, pur nella consapevolezza della propria fragilità, rimanendo aperto allo Spirito può, nella sua forza, dire a Dio: «Abbà», babbo mio!

Ed è per dipingere la confidenza dei figli che possono spingere le loro domande fino a divenire importuni, che Gesù racconta la parabola dell’amico che si lascia piegare. Ciò vuole dire che il nostro Dio ha il volto dell’Amico disposto a lasciare il suo riposo per condividere la sua vita (i pani donati, segno del corpo di Cristo offerto in Eucaristia) con noi che spesso non sappiamo cosa domandare ma abbiamo un’inesauribile fame e sete di Lui.a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa