Vita Chiesa

RIUNITI AD ISTANBUL I CAPI DELLA CHIESA ORTODOSSA DECIDONO SU DESTITUZIONE IRENEOS I, PATRIARCA DI GERUSALEMME

Rappresentanti delle chiese ortodosse del mondo intero sono riuniti da stamane nella sede del Patriarcato ecumenico per produrre un decreto di destituzione di Ireneos I, patriarca ortodosso di Gerusalemme. Il controverso patriarca è accusato di aver venduto degli immobili di proprietà della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme ad alcuni imprenditori ebraici. Gli immobili fanno parte di alcune costruzioni all’interno delle mura della città vecchia, a pochi passi dall’elegante porta di Jaffa, adibiti ad ostello per i pellegrini.

L’incontro di Istanbul è presieduto dal patriarca ecumenico Bartolomeo I, massima autorità dell’Ortodossia. Ad esso partecipano 42 rappresentanti di 14 chiese ortodosse fra cui i patriarcati d’Alessandria, Antiochia, Mosca, Serbia, Grecia, Cipro, Polonia. È presente anche Ireneos I, giunto ieri ad Istanbul, accompagnato da due guardie del corpo.

Il patriarca di Gerusalemme è stato già destituito dalla sua chiesa il 7 maggio scorso. Un comunicato del sinodo ortodosso di Gerusalemme ha decretato ormai che Sua Beatitudine Ireneos I è rimosso “dalla sua posizione come Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme e non ha alcun potere o autorità di agire in nome del Patriarcato”.

La vendita degli immobili nella città vecchia ha scatenato le ire della comunità ortodossa. I fedeli si sentono offesi anzitutto perché l’ex patriarca ha intascato una somma ingente (voci a Gerusalemme parlano di 150 milioni di dollari americani). In secondo luogo, poiché a Gerusalemme è in atto una pressione del governo israeliano ad allontanare i cristiani dalla città vecchia, sostituendoli con famiglie ebraiche, gli ortodossi giudicano la vendita una vero e proprio tradimento verso la presenza della Chiesa nella città. Settimane fa essi hanno accolto Ireneos I con ingiurie, definendolo “traditore come Giuda”. Il governo israeliano ha ritardato per anni il riconoscimento ad Ireneos. Secondo personalità della Chiesa greco-ortodossa, la vendita degli immobili è stato il prezzo pagato dal patriarca per ottenere il suo riconoscimento.

Dal 7 maggio fino alla sua partenza da Gerusalemme, Ireneos I è rimasto chiuso nel suo appartamento al patriarcato, vigilato da soldati israeliani armati di tutto punto, e in compagnia di due guardie del corpo, nel timore di reazioni violente da parte della comunità.

A causa dello status quo, la deposizione e sostituzione del patriarca ortodosso non possono avvenire senza approvazione delle autorità politiche competenti, che nel caso di Ireneos comprende le autorità palestinesi, giordane e israeliane. Fonti di AsiaNews a Gerusalemme fanno sapere che il Consiglio dei Ministri palestinese ha già votato le dimissioni e si aspetta la conferma da parte del presidente Abu Mazen. Anche in Giordania è già pronta la lettera ufficiale che il re Abdullah dovrebbe firmare. Non si sa ancora nulla delle mosse israeliane.

Da un punto di vista canonico il sinodo ortodosso di Gerusalemme non ha il potere di allontanare il patriarca. Ma il rifiuto di riconoscerlo rischia di creare maggiori problemi e tensioni. Il segretario generale del patriarcato ortodosso di Gerusalemme, l’arcivescovo Aristarchos ha dichiarato che il sinodo ha preso una “giusta decisione” nell’allontanare Ireneos. Ad ogni modo, tutti i fedeli sono pronti ad obbedire alla decisione finale del sinodo di Istanbul. Asianews