Vita Chiesa

Ramadan: la Chiesa ai musulmani, «seminare segni di dialogo tra noi e con tutte le fedi»

La Conferenza episcopale italiana ha inviato un messaggio di augurio ai musulmani presenti nel nostro Paese che hanno iniziato questa settimana il mese sacro del Ramadan. «Care amiche e cari amici appartenenti a tutte le associazioni e istituzioni islamiche in Italia!», scrivono mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio, nel testo ricevuto dal Sir. «In occasione del mese di Ramadan desideriamo raggiungere ciascuno di voi e tutte le vostre comunità con il messaggio che anche quest’anno il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso vi indirizza: lo facciamo oggi, 18 maggio, proprio perché questo è il primo venerdì di Ramadan di quest’anno, e ci sembrava bello sottolineare l’importanza del giorno della preghiera e unirci idealmente a ciascuno di voi».

«Oltre a inviarvi questo messaggio ufficiale del Vaticano – scrivono Spreafico e Bettega -, vogliamo cogliere l’occasione per esprimervi anche il nostro augurio, sincero e fraterno. Le tante occasioni di dialogo islamo-cristiano che viviamo in sede nazionale come a livello locale costituiscono un bel patrimonio comune di collaborazione e di educazione alla convivenza, all’amicizia e alla pace; allo stesso tempo ci ricordano quanto sia urgente continuare a seminare segni di dialogo tra noi e con tutte le fedi. Siamo convinti che sia questa la missione alla quale ci chiama il Dio Clemente e Misericordioso che tutti invochiamo. Che questo mese di preghiera, di carità e di fraternità possa estendere i suoi frutti positivi a tutti voi e a chiunque vi incontra. Ramadan benedetto a ciascuno di voi!».

Passare «dalla competizione e dallo scontro ad una cooperazione efficace per il bene comune». È quanto sottolinea quest’anno il messaggio di auguri che il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato ai musulmani per un «fruttuoso digiuno» nel mese di Ramadan ed un gioioso ‘Id Al-Fitr che cade il 14 giugno. Il messaggio è firmato dal presidente del Dicastero vaticano, card. Jean-Louis Tauran, e dal segretario, mons. Ángel Ayuso Guixot, e porta quest’anno come titolo «Cristiani e musulmani: dalla competizione alla collaborazione».

«In passato – scrivono Tauran e Ayuso – le relazioni fra cristiani e musulmani sono state segnate troppo spesso da uno spirito di competizione, di cui si vedono le conseguenze negative: gelosia, recriminazioni e tensioni. In alcuni casi queste hanno portato a violenti scontri, specialmente quando la religione è stata strumentalizzata, soprattutto a causa di interessi di parte e di moventi politici». In un mondo globalizzato e caratterizzato da crescenti tensioni, «tale rivalità interreligiosa ha segnato negativamente l’immagine delle religioni e dei loro seguaci, alimentando l’idea che esse non siano fonti di pace ma, piuttosto, di tensione e violenza».

Occorre però «prevenire e superare queste conseguenze negative». Per questo – scrivono i responsabili del dicastero vaticano «è importante che noi cristiani e musulmani, pur riconoscendo le nostre differenze, ci rammentiamo di quei valori religiosi e morali che condividiamo. Riconoscendo ciò che abbiamo in comune e manifestando rispetto per le nostre legittime differenze, noi possiamo stabilire con ancor più fermezza un solido fondamento per relazioni pacifiche, passando dalla competizione e dallo scontro ad una cooperazione efficace per il bene comune. Ciò è a vantaggio, particolarmente, dei più bisognosi e permette a tutti noi di offrire una testimonianza credibile dell’amore dell’Onnipotente per l’umanità intera». Nel messaggio si sottolinea anche «il diritto e il dovere» che tutti i credenti hanno «di rendere testimonianza all’Onnipotente» al quale rendono culto, di «condividere le nostre credenze con gli altri, nel rispetto per la loro religione ed i loro sentimenti religiosi». E concludono: «Per poter incoraggiare relazioni pacifiche e fraterne, lavoriamo insieme ed onoriamoci scambievolmente. In questa maniera daremo gloria all’Onnipotente e promuoveremo l’armonia nella società che è sempre più multietnica, multireligiosa e multiculturale».