Vita Chiesa

Regno Unito: prima Messa cattolica con parti della tradizione anglicana

La nuova liturgia – frutto del lavoro di una speciale commissione istituita a Roma e che è stata approvata dalla Santa Sede all’inizio di quest’anno – è stata messa a punto per l’utilizzo da parte degli Ordinariati. Sono le strutture create da Benedetto XVI con la Costituzione apostolica «Anglicanorum coetibus, per permettere ai fedeli anglicani di entrare in piena comunione della Chiesa cattolica, portando «parti del patrimonio anglicano di cui la fede si è nutrita». Un modo – si legge nella Costituzione apostolica – per «mantenere vive all’interno della Chiesa cattolica le tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali della Comunione anglicana, quale dono prezioso per alimentare la fede dei suoi membri e ricchezza da condividere». La nuova liturgia include infatti materiale tratto dal «Book of Common Prayer» del 1662 e il rito cattolico. Include brani di Howells, Elgar e Bairstow. La Santa Messa sarà celebrata dall’Ordinario di Nostra Signora di Walsingham, monsignor Keith Newton.

L’introduzione di questa nuova liturgia ad uso dell’Ordinariato – dice mons. Andrew Burnham – «è molto importante perché significa che ora abbiamo una nostra propria liturgia distintiva per la Messa che porta al rito romano le belle parole anglicane che si sono trasmesse di generazione in generazione». Toni più sommessi invece vengono utilizzati al Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. «Per gli anglicani – dice a Roma padre Antony Currer che per la Santa Sede segue il dialogo con gli anglicani – è un momento difficile. Tante persone hanno lasciato la Chiesa anglicana e questo rappresenta sicuramente una ferita. Dunque, il fatto che la Chiesa cattolica abbiano in qualche modo accolto parte del patrimonio anglicano, provoca in noi grande riconoscenza per il valore delle preghiera. Però ci vorranno anni prima che tutto questo diventi un segno ecumenico».