Vita Chiesa

Religioni in dialogo: a Firenze nasce un cammino di incontri

di Marco BontempiFa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. All’impressione, superficiale ma diffusa, che le religioni siano coinvolte in conflitti, anche gravi, di questo nostro tempo non è sempre facile contrapporre prove evidenti che la realtà è ben diversa. L’ideologia e la banalizzazione sono veicoli molto più immediatamente efficaci del difficile e silenzioso lavoro di conoscenza e costruzione di fiducia reciproca. Eppure Firenze ha già mostrato in questi ultimi anni molte occasioni di dialogo tra chiese e comunità religiose che sono indice dell’esistenza di un alto livello di dialogo e anche di fiducia. In particolare, l’incontro di bambini e ragazzi delle diverse chiese cristiane (cattolica, ortodosse ed evangeliche) e delle comunità ebraica ed islamica con i rappresentanti delle istituzioni locali (Regione e Comune) che si è tenuto in Palazzo Vecchio nello scorso gennaio ha permesso un approfondimento delle relazioni interreligiose da far pensare all’apertura di una nuova fase.

È a partire dal «capitale» di fiducia e di solidarietà reciproca elaborato in questa esperienza che martedì 6 settembre presso il Centro Culturale Valdese di Firenze si è tenuto un incontro delle diverse chiese e comunità religiose dedicato alle prospettive del dialogo interreligioso e interculturale a Firenze. All’incontro hanno partecipato molti rappresentanti delle diverse chiese cristiane presenti in città (cattolica, russo-ortodossa, valdese, battista, metodista, avventista, apostolica, luterana), della comunità islamica e della comunità ebraica, e i rappresentanti di alcune associazioni di ispirazione religiosa da sempre vicini al dialogo (Amicizia Ebraico-Cristiana, Azione Cattolica, Opera la Pira, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, Comunità di S.Ignazio).

Nel suo intervento il Rabbino Capo Joseph Levi ha sottolineato come il lavoro fatto a Firenze fino ad oggi ci dia le risorse di fiducia per proseguire anche di fronte alle difficoltà che possiamo incontrare in questo cammino comune, e come il dialogo interreligioso in quanto ricerca di un linguaggio universale nel quale tutte le fedi sono comprese sia una componente irrinunciabile dell’identità del credente di oggi. Con grande efficacia il rappresentante della comunità islamica Mohamed Bamoshmoosh ha mostrato l’importanza di far fare un salto di qualità all’esperienza di dialogo ormai maturata a Firenze e passare così dal dialogo come confronto alla cooperazione di fedi diverse in progetti comuni. Con questo stesso spirito il Pastore evangelico Mario Affuso ha sottolineato la comune radice abramitica dei tre monoteismi come una risorsa per l’approfondimento della reciproca comprensione nel rispetto delle differenze, vissute piuttosto come distinzioni rispetto all’unica fede nell’unico Dio.

Dagli interventi e dal dibattito che ne è seguito è emersa la percezione condivisa di costituire non solo un luogo di incontro tra fedi, ma una vera e propria realtà collettiva che trova alimento nel riconoscimento da parte di ciascuno della presenza di Dio nell’identità di fede degli altri, senza venire meno in nulla alla propria identità. Tale consapevolezza comporta in primo luogo una necessità di confronto sulle questioni di fondo della nostra epoca, come la giustizia sociale e la dignità dell’uomo sui quali le religioni hanno molto da dire. Il dialogo interreligioso si amplia così sviluppandosi nella direzione del dialogo interculturale sui temi dell’oggi. È in questa direzione che è stato deciso di proseguire: organizzare seminari per affrontare temi di attualità da prospettive religiosamente qualificate con il fine di elaborare un linguaggio comune che permetta di approfondire i valori condivisi e di testimoniarli, con le forme e gli strumenti adeguati, alla Firenze di oggi.