Vita Chiesa

Ricerca di Dio, un viaggio affascinante

«Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9).

Mentre ci avviamo alla conclusione, meglio: alla pienezza della Cinquantina pasquale che culmina con le solennità dell’Ascensione del Signore e del dono dello Spirito Santo alla Chiesa nascente, ci accorgiamo che la rilettura del vangelo di Giovanni che ha caratterizzato la liturgia della Parola delle Eucaristie di questo tempo ricco di luce ci ha guidati sapientemente alla riflessione e all’esperienza del mistero di Dio. Quasi ad invitarci a quel banchetto di nozze, simbolo della piena comunione con l’eterno Amore, cui – sempre in questo tempo – la liturgia ci ha rimandato per altre vie con la lettura dell’Apocalisse.

Tutto ciò porta la nostra attenzione a interrogarci e confrontarci con la radice contemplativa della nostra vita cristiana: in effetti quanti viviamo con la fede in Cristo, pur essendo nel mondo, partecipi pienamente della storia dell’umanità, siamo ben consapevoli che le nostre radici, come anche il fine della nostra esistenza, sono altrove, in quel mistero dell’amore del Padre che, come ci ha ricordato il grande papa Giovanni Paolo II, ci ha generati e ci attende nella comunione senza fine (cfr. Messaggio alle Clarisse – 11 agosto 2003).

Rimanete nel mio amore: è l’invito del Figlio di Dio fatto uomo e venuto a rivelarci e comunicarci questo amore, ma quanti di noi facciamo di questo richiamo un appassionato programma di vita? Un programma che include una ricerca, una scoperta, un’esperienza da cui non si voglia più prescindere nel proprio itinerario esistenziale. E’ evidente infatti che non si può rimanere se non in qualcosa di già trovato e scelto come bene supremo del cuore e della vita. E dunque per trovare occorre cercare, senza stancarsi.

La ricerca di Dio, culminante nell’esperienza viva e consolante dell’incontro con Cristo e nel rimanere nel suo amore in adorante contemplazione, è l’esperienza fondamentale della vita cristiana cui ancora il santo Padre Giovanni Paolo II ha invitato la Chiesa all’inizio del terzo millennio offrendo l’icona del lungo cammino dei Magi. Un’icona che resta paradigmatica dell’itinerario spirituale del credente e che è stata riproposta ai giovani di tutto il mondo in occasione della loro Giornata Mondiale, che si svolgerà a Colonia la prossima estate e avrà per tema «Siamo venuti per adorarlo».

I maestri dello spirito ci aiutano a intraprendere questo affascinante viaggio interiore aperto a tutti, non nascondendoci anzi invitandoci ad affrontare con gioia il necessario impegno del «ritorno al cuore» e dell’Amore posto al di sopra di ogni altro amore. Così sant’Agostino che ci esorta con forza: «Rientrate nel vostro cuore … Rientrate dal vostro vagabondaggio che vi ha portato fuori strada; ritornate al Signore, egli è pronto». E san Pietro Crisologo: «L’amore non può trattenersi dal vedere ciò che ama; … perciò l’amore che brama di vedere Dio ha ardore di pietà».

Procedendo a misura del desiderio e dell’amore che ci spingono, anche noi che vogliamo incontrare Cristo e rimanere nel suo amore ci muoviamo con la guida della Parola e dell’ininterrotta preghiera. Lo Spirito che abita nel profondo ci offre il suo conforto, e ci spinge a invocare questo dono come bene posto al disopra di ogni altro bene.a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa