Vita Chiesa

SANTA SEDE: ISTRUZIONE PER IL DISCERNIMENTO VOCAZIONALE DELLE PERSONE CON TENDENZE OMOSESSUALI

“Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissioni ai seminari” è il titolo del documento pubblicato dalla Congregazione per l’Educazione cattolica, reso noto oggi dalla Sala stampa della Santa sede. L’istruzione di otto pagine e divisa in tre paragrafi è stata approvata dal Pontefice Benedetto XVI il 31 agosto 2005 e porta la firma del Prefetto card. Zenon Grocholewski e del segretario arcivescovo titolare di Vertara, J.Michael Miller. “In continuità con l’insegnamento del Concilio Vaticano II, e in particolare col decreto Optatam totius sulla formazione sacerdotale, – si legge nell’Introduzione –la Congregazione per l’Educazione cattolica ha pubblicato diversi documenti per promuovere un’adeguata formazione integrale dei futuri sacerdoti. Alla luce di questo ricco insegnamento – continua- la presente Istruzione non intende soffermarsi su tutte le questioni di ordine affettivo o sessuale che richiedono un attento discernimento durante l’intero periodo della formazione. Essa – specifica – contiene norme circa una questione particolare, resa più urgente dalla situazione attuale, e cioè quella dell’ammissione o meno al Seminario e agli Ordini sacri dei candidati che hanno tendenze omosessuali profondamente radicate”. “I vescovi, le Conferenze episcopali e i Superiori maggiori – si legge nella Conclusione – vigilino perché le norme di questa Istruzione siano osservate fedelmente per il bene dei candidati stessi e per garantire sempre alla Chiesa dei sacerdoti idonei,veri pastori secondo il cuore di Cristo”.

“Alla luce dell’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica, questo Dicastero, d’intesa con la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ritiene necessario affermare chiaramente che la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”. L’Istruzione dopo aver affermato che “il candidato al ministero sacerdotale deve raggiungere la maturità affettiva che lo rende capace di porsi in una corretta relazione con uomini e donne” e dopo una premessa riguardante la posizione del Catechismo sugli atti e le tendenze omosessuali, afferma che “Le suddette persone si trovano in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne. Non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate”. “Qualora invece – si aggiunge – si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo espressione di un problema transitorio, come, ad esempio quello di un’adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell’Ordinazione diaconale”.

“Questa Congregazione ribadisce la necessità che i Vescovi, i Superiori Maggiori e tutti i responsabili interessati compiano un attento discernimento circa l’idoneità dei candidati agli Ordini sacri, dall’ammissione al Seminario fino all’Ordinazione”. E’ l’esortazione conclusiva dell’Istruzione. “ La formazione del futuro sacerdote – si legge nella parte centrale – deve articolare, in una complementarietà essenziale, le quattro dimensione della formazione: umana, spirituale, intellettuale e pastorale. Bisogna rilevare la particolare importanza della formazione umana, fondamento necessario di tutta la formazione. Per ammettere un candidato all’Ordinazione diaconale, – specifica quindi l’Istruzione – la Chiesa deve verificare, tra l’altro, che sia stata raggiunta la maturità affettiva del candidato al sacerdozio.” “La chiamata agli Ordine è responsabilità personale del Vescovo o del Superiore Maggiore Tenendo presente il parere di coloro ai quali hanno affidato la responsabilità della formazione – continua – , il Vescovo o il Superiore maggiore, prima di ammettere all’Ordinazione il candidato, devono pervenire ad un giudizio moralmente certo sulle sue qualità. Nel caso di un dubbio serio al riguardo non devono ammetterlo all’Ordinazione. “Il discernimento della vocazione e della maturità del candidato- aggiunge- è anche un grave compito del rettore e degli altri formatori del Seminario. Prima di ogni ordinazione, il rettore deve esprimere un suo giudizio sulle qualità del candidato richieste dalla Chiesa”.

“Se un candidato pratica l’omosessualità o presenta tendenze omosessuali profondamente radicate, il suo direttore spirituale, così come il suo confessore, hanno il dovere di dissuaderlo, in coscienza dal procedere verso l’ordinazione” afferma l’Istruzione entrando nello specifico. “Nel discernimento dell’idoneità all’Ordinazione, – si legge- spetta al direttore spirituale un compito importante. Pur essendo vincolato dal segreto, egli rappresenta la chiesa nel foro interno. Nei colloqui con il candidato, il direttore spirituale deve segnatamente ricordare le esigenze della Chiesa circa la castità sacerdotale e la maturità affettiva specifica del sacerdote, nonché aiutarlo a discernere se abbia le qualità necessarie. Egli ha l’obbligo di valutare tutte le qualità della personalità ed accertarsi che il candidato non presenti disturbi sessuali incompatibili con il sacerdozio”.”Rimane inteso – aggiunge l’Istruzione – che il candidato stesso è il primo responsabile della propria formazione. Egli deve offrirsi con fiducia al discernimento della Chiesa, del Vescovo che chiama agli ordini, del rettore del Seminario, del direttore spirituale e degli altri educatori ai quali il Vescovo e il Superiore Maggiore hanno affidato il compito di formare i futuri sacerdoti. Sarebbe gravemente disonesto che un candidato occultasse la propria omosessualità per accedere, nonostante tutto, Ordinazione”.Sir

Istruzione sui criteri di discernimento vocazionale