Vita Chiesa

SANTA SEDE: NOTA SULLA CORRUZIONE, «È TRA LE CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO»

“La corruzione, la quale attraversa tutti i settori sociali e non può essere attribuita solo agli operatori economici o ai funzionari pubblici, è favorita dalla scarsa trasparenza nella finanza internazionale, dall’esistenza di paradisi fiscali e dalla disparità di livello tra le forme di lotta, spesso chiusa nell’ambito del singolo Stato, mentre il campo d’azione degli attori della corruzione stessa solitamente è sovrastatale e internazionale”: lo dice il testo di presentazione della Nota del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, dal titolo “La lotta contro la corruzione”, anticipata già oggi ai giornalisti. “La corruzione – prosegue il promemoria – è un fatto molto grave di deformazione del sistema politico, perché distorce alla radice il ruolo delle istituzioni rappresentative… impedendo la realizzazione del bene comune”. Si aggiunge che “la corruzione va inoltre annoverata tra le cause che maggiormente concorrono a determinare il sottosviluppo e la povertà privando i popoli del fondamentale bene comune che è la legalità”.

Nella Nota del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sulla corruzione si sottolinea che per il suo superamento “è positivo il passaggio da società autoritarie a società democratiche, da società chiuse a società aperte, da società verticali a società orizzontali”. Si rileva ancora che il ruolo della Chiesa consiste nel ricordare “l’importanza del rispetto delle fondamentali strutture naturali e morali, di cui l’uomo è dotato dal Creatore”, parlando con ciò di “ecologia umana”. “La lotta alla corruzione – si dice ancora – è un valore, ma anche un bisogno; la corruzione è un male, ma anche un costo; il rifiuto della corruzione è un bene, ma anche un vantaggio; l’abbandono delle pratiche corrotte può generare sviluppo e benessere; i comportamenti onesti vanno incentivati, quelli disonesti puniti”. La Nota ricorda inoltre che “sul piano internazionale bisogna aumentare la collaborazione tra i governi, anche con accordi su procedure per la confisca e il recupero di quanto percepito illegalmente”.Sir