Vita Chiesa

SCOUTISMO, 100 ANNI: MESSAGGIO DELLA CEI AGLI SCOUTS CATTOLICI

“Lo scoutismo cattolico è stato ed è tuttora un elemento prezioso del tessuto ecclesiale e sociale del nostro paese e lo ha servito attraverso una limpida – a volte straordinaria – testimonianza al Vangelo e attraverso l’assunzione delle responsabilità di una cittadinanza attiva, generosa e libera, carica di slancio e di speranza, dedita alla ricerca del bene di tutti”: lo scrivono i vescovi del Consiglio permanente Cei nel “Messaggio agli Scouts Cattolici in Italia in occasione del centenario dello Scoutismo” (Il messaggio dei vescovi dal sito della Chiesa italiana), diffuso questa mattina dalla Cei. “Siete oggi gli eredi ed i protagonisti di una grande avventura educativa, – prosegue il messaggio – una proposta pedagogica che ha attraversato con inalterata genuinità il secolo scorso e che è pronta a passare il testimone al terzo millennio”. Lo scoutismo cattolico in Italia nacque nel 1916, otto anni dopo la fondazione da parte di Robert Baden Powell. Attualmente nel nostro Paese sono presenti oltre venti associazioni scout, e tra esse la più numerosa e diffusa nel territorio è l’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) con oltre 177.000 associati, seguita dalla Fse (l’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici) con oltre 19.000 associati. Partendo dalla proposta educativa scout, i vescovi del Consiglio permanente Cei dicono nel Messaggio: “La ‘legge’ e la ‘promessa’ che guidano il vostro ‘gioco’, rendono chiara e verificabile la vostra avventura e orientano la vostra strada. Esse propongono una chiara visione della vita umana improntata su virtù difficili”. Notano poi che “il metodo scout, proprio perché si fa attento alle vocazioni di ognuno e si adatta a età e provenienze diverse, è accolto e praticato da ragazzi e giovani provenienti da molte tradizioni culturali e sociali”, rilevando che “questa dimensione di larga accoglienza va incoraggiata, ma essa – per non diventare causa di un’educazione superficiale e priva della necessaria identità cristiana – vi chiede di saper conciliare la capacità di un dialogo rispettoso della diversità delle culture e delle storie personali con la chiarezza e la completezza della proposta evangelica. Non saremo più accoglienti se saremo meno cristiani”. I vescovi stimolano gli educatori scout a “praticare una condotta lineare, ispirata alla fedeltà verso la Chiesa, che aiuti i giovani ad affrancarsi dalle suggestioni di modelli culturali o di costume apparentemente innovatori, ma in realtà ancorati al conformismo e fondati sulla falsa pace del diffuso relativismo”.

In conclusione del Messaggio, i vescovi del Consiglio permanente Cei si soffermano sulla “formazione dei formatori”, affermando: “Vi chiediamo, su questo punto, di non fare sconti: si tratta, infatti, di un elemento decisivo della qualità dello scoutismo e di una garanzia necessaria per il suo futuro”, richiamando anche l’impegno di molti preti, religiosi e diaconi che fanno da assistenti ai gruppi scout italiani. Quanto alla “salvaguardia e il rispetto per la natura”, uno dei punti di forza dello scoutismo, il Messaggio auspica “una testimonianza di vita e un’azione culturale capace di spendersi nella difesa dell’equilibrio del creato, non sull’onda di un vago ecologismo, ma capace di tradursi in pratica impegnativa di sobrietà e di rispetto”. I vescovi parlano poi di una “generosa assunzione di responsabilità civiche, per una cittadinanza attiva, impegnata a costruire una città dell’uomo solidale e partecipata”, di cui danno prova molti scout adulti. Concludono invitando i giovani scout a “raccogliere la splendida eredità” dei cento anni di scoutismo, “prenderne in mano il testimone e fare del vostro meglio per portarla avanti in un altro tratto del percorso”.

SirIl messaggio dei vescovi (dal sito della Chiesa italiana)