Vita Chiesa

Sabato 25 settembre a Firenze si apre la causa di beatificazione per don Divo Barsotti

Per i monaci della Comunità dei Figli di Dio e per tutti coloro che hanno conosciuto don Barsotti si tratta di una data storica, attesa da tempo.All’introduzione della causa di beatificazione i vescovi toscani avevano confermato nel 2020 il parere favorevole già espresso nel 2011, mentre il cardinale Betori aveva promulgato il 4 ottobre scorso l’Editto con cui informava l’intenzione di aprire la causa a livello diocesano (chiesta ufficialmente dalla Comunità dei Figli di Dio nel 2014) anche perché Barsotti, pur essendo nato nel 1914 a Palaia, in provincia di Pisa e diocesi di San Miniato, ha vissuto gran parte della sua vita a Settignano, sulle colline di Firenze, in un piccolo eremo intitolato all’espressione più alta del monachesimo russo, San Sergio di Radonez. Lì è morto il 15 febbraio 2006 e lì è sepolto dopo il funerale celebrato proprio alla Santissima Annunziata.Settimo di nove figli (di cui un altro prete), entrò in seminario a 11 anni e fu ordinato sacerdote il 18 luglio 1937. Mentre nel 1948 gettò le basi di quella che sarebbe diventata la Comunità dei Figli di Dio, un’associazione (non un ordine) con carattere contemplativo allo scopo di vivere in mezzo al mondo una spiritualità di tipo monastico, basata sul primato dell’esercizio delle virtù teologali e sul primato dei valori contemplativi del silenzio e della preghiera. «Cerco Dio solo»: tre parole, un impegno di vita. Quello che appunto assumono i Figli di Dio al momento della consacrazione. E don Barsotti nella vita ha «cercato Dio solo». La sua era un’anima tesa all’Assoluto: un’aspirazione che ha trovato riscontro in centinaia di pubblicazioni che ne hanno fatto anche un grande scrittore dei misteri di Dio.La celebrazione del 25 settembre si aprirà con il canto dei Vespri nella memoria liturgica di san Sergio. Seguirà il giuramento di tutti gli Officiali della Causa, chiamati ad adempiere fedelmente l’incarico ricevuto e a mantenere il segreto d’ufficio. Si tratta del Delegato episcopale, del Promotore di giustizia, del Notaio e degli eventuali Notai aggiunti. Prenderanno la parola il cardinale Betori, nell’omelia ai Vespri, il Delegato episcopale e padre Agostino Ziino nella duplice veste di moderatore generale della Comunità e di postulatore della causa.