Vita Chiesa

Santa Sede: messaggio per la Giornata mondiale del turismo 2014

Il turismo è «un motore fondamentale di sviluppo economico»: infatti, oggi «ogni luogo del pianeta diventa una meta potenziale». Per questo, «il settore turistico si evidenzia come una delle opzioni più attuabili e sostenibili per ridurre il livello di povertà delle aree più arretrate». Non solo: «Il turismo appare come uno dei settori con più capacità di generare un tipo di impiego ‘creativo’ e diversificato, del quale con maggiore facilità possono beneficiare i gruppi più svantaggiati, di cui fanno parte donne, giovani e alcune minoranze etniche. È essenziale che i benefici economici del turismo raggiungano tutti i settori della società locale e abbiano un impatto diretto sulle famiglie».

È fondamentale che «per ottenere questi benefici si seguano criteri etici, che siano rispettosi, anzitutto, delle persone, tanto a livello comunitario quanto di ogni singolo individuo». I benefici di un turismo a favore dello «sviluppo comunitario» non possono essere ridotti «esclusivamente all’aspetto economico, ma vi sono altre dimensioni di uguale o maggiore importanza». Tra queste compaiono «l’arricchimento culturale, l’opportunità di incontro umano, la costruzione di ‘beni relazionali’, la promozione del rispetto reciproco e della tolleranza, la collaborazione tra enti pubblici e privati, il potenziamento del tessuto sociale e associativo, il miglioramento delle condizioni sociali della comunità, lo stimolo ad uno sviluppo economico e sociale sostenibile e la promozione della formazione lavorativa dei giovani». «Lo sviluppo turistico – continua il Messaggio – esige che protagonista principale sia la comunità locale». Inoltre, «una destinazione turistica non è soltanto un bel paesaggio o una confortevole infrastruttura, ma è, anzitutto, una comunità locale, con il suo contesto fisico e la sua cultura». Anche «i cristiani del luogo devono essere capaci di mostrare la loro arte, le tradizioni, la storia, i valori morali e spirituali, ma soprattutto la fede che è all’origine di tutto questo e gli dà senso».

«Sempre più numerose sono le associazioni cristiane che organizzano viaggi di turismo responsabile in zone in sviluppo», come pure quelle che promuovono il «turismo solidale o di volontariato». Degni di nota sono, poi, «quei programmi di turismo sostenibile e solidale, promossi da Conferenze episcopali, diocesi o congregazioni religiose in zone svantaggiate, che accompagnano le comunità locali aiutandole a creare spazi di riflessione, promuovendo la formazione e l’autodeterminazione, consigliando e collaborando alla redazione di progetti e favorendo il dialogo con le autorità e altri gruppi». Numerose, inoltre, «sono le parrocchie delle zone turistiche che accolgono il visitatore offrendo proposte liturgiche, formative e culturali». «Queste proposte pastorali – si legge nel Messaggio – sono ogni giorno più significative, specialmente quando sta crescendo un tipo di ‘turista vivenziale’, che cerca di istaurare legami con la popolazione locale». La sollecitudine ecclesiale nell’ambito del turismo si è concretizzata, pertanto, «in numerosi progetti, originati da una moltitudine di esperienze nate dallo sforzo, dall’entusiasmo e dalla creatività di tanti sacerdoti, religiosi e laici che desiderano collaborare, in questo modo, allo sviluppo socio-economico, culturale e spirituale della comunità locale, e aiutarla a guardare con speranza al futuro».