Vita Chiesa

Santa Sede, messaggio per la festa indù di Deepavali

«Ispirare e formare le giovani generazioni ad essere operatori di pace» è questo l’impegno dei capi religiosi cristiani e indù. A ribadirlo è il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso nel suo messaggio agli indù in occasione delle celebrazioni di Deepavali di quest’anno. «Formare i giovani ad essere operatori e costruttori di pace – si legge nel testo firmato dal presidente del già citato Consiglio, card. Jean Louis Tauran – è un appello pressante ad un impegno collettivo e ad un’azione comune. Per essere autentica e duratura, la pace si deve fondare sui pilastri della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà ed è necessario che ad ogni giovane si insegni soprattutto ad agire sinceramente e rettamente nell’amore e nella libertà». Inoltre, afferma il messaggio, «in ogni educazione alla pace, le differenze culturali si dovrebbero certamente considerare come una ricchezza, e non una minaccia o un pericolo». «Prima scuola di pace» è la famiglia con i genitori che «sono i principali educatori. Con il loro esempio e i loro insegnamenti, essi hanno il privilegio unico di formare i figli a valori essenziali per una vita pacifica: reciproca fiducia, rispetto, comprensione, ascolto, condivisione, altruismo e perdono».

 «Nobile» è anche il compito di scuole, università, collegi, nell’«assicurare un’educazione che rispetti e celebri l’innata dignità di ogni essere umano e che promuova amicizia, giustizia, pace e cooperazione per uno sviluppo umano integrale. Ponendo i valori spirituali e morali a sostrato dell’educazione, anche prevenire negli studenti ideologie che possono causare discordia e divisione diviene per loro un imperativo morale». Così «mentre gli Stati ed i singoli capi in ambito sociale, politico e culturale hanno in generale il loro importante ruolo da svolgere nel rafforzare l’educazione dei giovani», i capi religiosi «devono continuare ad ispirare le giovani generazioni a camminare sul sentiero della pace e a divenire messaggeri di pace. Coloro che sono impegnati in questi campi devono contribuire al massimo a promuovere pensieri, parole ed opere di pace». «In verità, – conclude il messaggio – i giovani stessi dovrebbero ravvivare gli ideali che propongono agli altri con un uso responsabile della libertà e la promozione di relazioni cordiali, per creare una cultura di pace».