Vita Chiesa

Santa Sede: mons. Mamberti a Interpol, dignità umana fondamento dello stato di diritto

 «Il valore trascendente della dignità umana, radicata nella natura stessa dell’uomo e riconoscibile dalla retta ragione, offre allo Stato di diritto un fondamento di sicura stabilità, perché corrispondente alla verità dell’uomo in quanto creato da Dio, e permette al tempo stesso che lo Stato di diritto possa perseguire il suo vero scopo, che è la promozione del bene comune». Lo ha detto l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenuto il 5 novembre a Roma alla 81a sessione dell’assemblea generale dell’Interpol. Nel suo discorso, diffuso oggi dalla sala stampa vaticana, mons. Mamberti ha spiegato che in mancanza di questo riferimento fondamentale, «si creano rischi di squilibrio: anche l’affermazione dell’eguaglianza davanti alla legge può servire di alibi a evidenti discriminazioni e, d’altra parte, un’affermazione eccessiva di uguaglianza può dar luogo a un individualismo dove ciascuno rivendica i propri diritti, sottraendosi alla responsabilità del bene comune». Per l’arcivescovo, «la prima e più importante azione di prevenzione della criminalità» è «la difesa e la promozione» del tessuto valoriale della società» perché l’autorità pubblica «trae necessariamente la propria vitalità ed autorevolezza da un costante riferimento ad un oggettivo ordine etico».

Quando invece, ha precisato mons. Mamberti, l’autorità pubblica «perde il credito e la fiducia dei cittadini, e si appoggia solo al formalismo giuridico, al mero governo delle regole, senza uno sguardo di verità sull’uomo», diventa «un gigante coi piedi d’argilla». Nel rammentare che un autentico Stato di diritto richiede «precise norme costituzionali concernenti la separazione dei poteri e le competenze dei diversi organi, la trasparenza degli atti di governo, il controllo giurisdizionale esercitato da una magistratura indipendente, ma anche l’esistenza di voci diverse capaci di esprimersi liberamente nello spazio pubblico», il diplomatico vaticano ha sottolineato che «la sostanza del diritto è la giustizia». Di qui il richiamo al «vero soggetto/oggetto del comando imperativo: la persona umana, tutta la persona umana, ogni persona umana», e la dignità che le appartiene. Dall’arcivescovo l’invito inoltre a rimuovere le cause delle situazioni di ingiustizia: «Un ruolo primario e preventivo deve essere riconosciuto all’educazione ispirata al rispetto della vita umana in ogni circostanza. Senza di essa non è possibile infatti realizzare un tessuto sociale forte e coeso nei valori fondamentali, capace di resistere alle provocazioni della violenza estrema». Infine l’esortazione a non dimenticare che «il criminale, per quanto gravi possano essere i reati commessi, resta sempre una persona umana».