Vita Chiesa

Scozia: Church of Scotland (Presbiteriani) dice sì ai pastori gay

L’assemblea generale, l’organo che controlla questa denominazione che si rifà agli insegnamenti di John Knox e Calvino, ha deciso ieri pomeriggio che «in coerenza con la sua tradizione di consentire alle congregazioni di scegliere il loro ministro», ognuna può decidere anche di chiamare un pastore impegnato in una unione gay. E in un comunicato pubblicato dalla Kirk, questo il nome scozzese della Chiesa, si definisce il voto «un passo molto importante per la pace e l’unità della Chiesa».

Sulle ordinazioni dei pastori gay la Kirk si è divisa per quattro anni, da quando cioè un pastore apertamente omosessuale, Scott Rennie, venne scelto per guidare la parrocchia di Queen’s Cross, ad Aberdeen, nel 2009. Allora l’assemblea generale votò a favore del pastore Rennie ma bloccò nuove ordinazioni di gay fino a che una speciale commissione non avesse finito di studiare la questione. Col voto di ieri la Chiesa ha deciso di consentire alle congregazioni che lo vogliano di scegliere ministri omosessuali permettendo però a quelle contrarie di optare per pastori eterosessuali. Fino ad oggi due importanti congregazioni, quella di St. George Tron a Glasgow e quella di Gilcomston a Aberdeen, hanno lasciato la Chiesa perché contrarie e già si prevede che altre possano fare lo stesso nei prossimi mesi.