Vita Chiesa

Sede Vacante: iniziata la prima Congregazione generale dei cardinali

Oggi è prevista anche una seconda Congregazione generale nel pomeriggio, nello stesso luogo. Le Congregazioni generali, alle quali partecipano tutti i cardinali finora arrivati Roma, continueranno fino a quando non si raggiunga il numero completo dei 115 cardinali elettori e il Collegio cardinalizio deciderà la data dell’ingresso in Conclave di questi ultimi.

In base alle modifiche di Benedetto XVI, nel Motu Proprio «Normas Nonnullas» del 22 febbraio, i cardinali nelle Congregazioni generali – se sono presenti tutti gli elettori – hanno la facoltà di anticipare la data d’inizio del Conclave, rispetto ai quindici giorni dall’inizio della Sede Vacante, come prevedeva la costituzione apostolica di Giovanni Paolo II. «Non è da aspettarsi lunedì la decisione della data d’inizio del Conclave», aveva dichiarato venerdì scorso padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, spiegando che «i cardinali devono affiatarsi, devono percepire il sentire comune e non affrettare una decisione che poi sarebbe vincolante e potrebbe comprimere troppo il tempo delle Congregazioni generali».

È stato il cardinale decano, Angelo Sodano, a dichiarare aperta la prima Congregazione generale del Collegio cardinalizio, alla quale – secondo la costituzione apostolica «Universi Dominici Gregis» – sono tenuti a partecipare, «in virtù di santa obbedienza», tutti i cardinali «a meno che siano trattenuti da infermità o da altro grave impedimento», che però dovrà essere riconosciuto dal Collegio dei cardinali. I cardinali americani sono arrivati in gruppo, tutti insieme in un pullman, mentre la maggioranza dei porporati ha scelto di arrivare a piedi. Diversi hanno preferito l’automobile e non sono mancati gli inconvenienti, come quello occorso alla vettura che trasportava il cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi in India.

Tanti i giornalisti televisivi in attesa di dichiarazioni, prima dell’ingresso dei cardinali, in gran parte rimasti delusi. La riservatezza, del resto, è una delle principali caratteristiche richieste ai «principi della Chiesa», per tutelare ulteriormente i quali Benedetto XVI, nel Motu Proprio del 22 febbraio, ha disposto che i cardinali elettori, durante «tutte le operazioni connesse con l’elezione del Sommo Pontefice», «non siano avvicinati da nessuno» durante il percorso dalla Casa Santa Marta al palazzo apostolico vaticano. Questo, però, una volta iniziato il Conclave.