Vita Chiesa

Settimana Santa, le indicazioni del vescovo di Prato Giovanni Nerbini alle parrocchie

Le indicazioni su come svolgere i riti e le celebrazioni della Settimana Santa sono contenute in una lettera che il vescovo Giovanni Nerbini ha inviato ai parroci. La prima raccomandazione è la più importante: si potrà partecipare in presenza nelle nostre chiese alle celebrazioni del Triduo pasquale. Si tratta di una premessa necessaria e non scontata, perché nella mente di tutti è ancora vivo il ricordo del «trauma che ha rappresentato lo scorso anno l’interruzione della partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche della Pasqua», come ha scritto il Vescovo nella lettera. Ma andiamo a vedere quali sono le indicazioni della Diocesi di Prato alle parrocchie (scritte di concerto con quanto indicato dalla Cei e dalla Cet).

Domenica delle Palme. La Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme quest’anno vedrà il ritorno della benedizione dei rami d’ulivo. Lo scorso anno questa tradizione «cadde» in pieno lockdown e si invitò a rinnovare la tradizione dell’ulivo benedetto in famiglia. Quest’anno si chiede ai fedeli di portare da casa i ramoscelli d’ulivo in chiesa. È possibile per le parrocchie preparare dei rami da benedire, ma devono essere sistemati in sacchetti chiusi e distribuiti da persone con i guanti, senza creare assembramenti. Il Vescovo ha chiesto ai parroci di impartire la benedizione in tutte le messe del giorno di domenica 28 marzo.

In cattedrale la messa delle 10,30 è presieduta da monsignor Nerbini e viene trasmessa in diretta su Tv Prato.

Giovedì Santo. Nella messa nella «Cena del Signore» non potrà ripetersi il rito della lavanda dei piedi. Al termine dell’ultima celebrazione eucaristica della giornata il Santissimo Sacramento potrà essere portato nel luogo della Reposizione (quello che impropriamente viene chiamato «sepolcro»). Ci si potrà fermare in Adorazione evitando assembramenti e nel rispetto del «coprifuoco». Qui, in particolare, ricordiamo la richiesta di fare riferimento alla propria parrocchia o alla chiesa più vicina.

Venerdì Santo. Nel giorno in cui si ricorda la morte e la passione di Cristo si rinnova l’atto di adorazione della croce. Gesto che potrà essere compiuto con un semplice inchino o la genuflessione, ma senza poter dare il tradizionale bacio al crocifisso. La Via Crucis potrà svolgersi, ma non in processione, alla presenza dei fedeli. In questo caso le varie esperienze e tradizioni parrocchiali dovranno tener conto delle norme anticontagio. Il vescovo Giovanni suggerisce due possibilità: può essere solo il sacerdote a compiere un tragitto per le strade della parrocchia insieme a pochi fedeli distanziati, in numero sufficiente a portare la croce e gli strumenti di amplificazione. Le persone potranno accendere un lume alla finestra ed esporre un drappo alla propria abitazione. Si chiede ai fedeli di non scendere in strada. Altra possibilità è quella di tenere la Via Crucis in chiesa o all’aperto, in uno spazio grande, dove i fedeli possono rimanere fermi e distanziati.

La veglia pasquale. potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito in orario compatibile con la chiusura delle ore 22-5. Il Vescovo scrive che si può omettere il rito del fuoco. Potranno essere distribuite, da persone con guanti, le candele, che poi dovranno essere tenute dal fedele. Si chiede ai sacerdoti eventualmente di aumentare il numero delle celebrazioni la domenica di Pasqua. Per quanto riguarda la benedizione delle uova: potrà essere compiuta, si chiede ai fedeli di tenerle ciascuno per sé e di non predisporre tavoli o luoghi dove sistemarle.

Le confessioni. L’invito ai sacerdoti è quello di accogliere i fedeli per il sacramento della riconciliazione su appuntamento in luoghi adatti (non il confessionale). Questa modalità potrebbe non consentire a tutti di poter ricevere il Sacramento entro Pasqua. A questo proposito si ricorda l’atto di contrizione con il pentimento dei propri peccati e l’impegno a confessarsi non appena sarà possibile.