Vita Chiesa

Sinodo 2018: card. Bassetti, «si parla di abusi, e anche in maniera esaustiva». Ruffini, «sabato il documento finale»

«Al Sinodo di abusi se ne parla, e anche in maniera esaustiva». A riferirlo, rispondendo alle domande dei giornalisti durante il briefing di oggi in sala stampa vaticana, è stato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei.

A proposito della presenza, nel documento finale del Sinodo, di questo tema, il prefetto del Dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini, ha precisato che «il documento finale non è pubblico. Esisteva un progetto di documento, su cui sono intervenuti i padri sinodali, e domattina sarà illustrato il documento finale», nella versione contenente le modifiche apportate finora dai padri. I padri sinodali avranno tempo, infatti, ancora tutto domani pomeriggio e sera per apportare ulteriori variazioni al testo del documento finale, che verrà votato sabato in Aula, numero per numero, con la maggioranza dei due terzi. «Siccome se ne è parlato in numerosi interventi, nelle Congregazioni generali, immagino che ci sarà spazio anche per il tema degli abusi, nel documento che sarà presentato domani», la previsione di Ruffini.

«Non si tratta soltanto di abusi sessuali, ma di abusi di potere», ha detto Lucas Barboza Galhardo, uditore, rappresentante del Movimento di Schoenstatt internazionale e membro del Comitato coordinatore nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale del Brasile, mettendo l’accento sulle «conseguenze terribili che gli abusi hanno su noi giovani, che siamo le vittime». «Questa non è la Chiesa che conosco e che ho sperimentato», ha proseguito Lucas: «Noi giovani vogliamo una Chiesa fatta di ascolto e di vicinanza, e vogliamo condividere questa Chiesa con tutti». «Non si può dire che sia tutta la Chiesa, ma una minima parte», gli ha fatto eco Bassetti: «Ma non si può dire nemmeno che, siccome è una minima parte, non riguarda la Chiesa. La Chiesa è un corpo, e se una delle membra soffre soffrono anche tutte le altre».

«Gli abusi sono stati qualcosa di molto doloroso per l’America Latina», ha testimoniato mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo e presidente della Conferenza episcopale del Perù. «Non solo si danneggia il corpo dei bambini, ma anche l’anima, e questo ha a che vedere con la crudeltà della Chiesa», ha aggiunto: «Sicuramente la Chiesa deve purificarsi, deve uscire da tutta questa situazione, ma non è tutta colpa della Chiesa. Da noi si dice: ‘Non tutti i religiosi sono pedofili, non tutti i pedofili sono religiosi’».

«Gli abusi sono un problema della società, non solo della Chiesa», ha affermato il card. Arlindo Gomes Furtado, vescovo di Santiago de Cabo Verde (Capo Verde), che ha fatto notare come secondo gli esperti «le cause fondamentali degli abusi vanno ricercate nella famiglia, nei rapporti tra i fanciulli, i loro genitori e i loro parenti»: di qui l’importanza dell’aiuto della ricerca scientifica psicologica e degli psicoterapeuti, che «ci aiutano a prendere misure affinché i bambini possano sviluppare fin da piccoli una personalità equilibrata».

«Fare di tutto per prevenire». È questo, in sintesi, l’impegno della Chiesa italiana per scongiurare il ripetersi di casi di abusi sessuali da parte del clero. «La Chiesa italiana sta attuando tutti i mezzi per prevenire, e non solo per condannare, gli abusi», ha assicurato il card. Gualtiero Bassetti, ricordando che nella prossima Assemblea generale di novembre «noi vescovi ci confronteremo a fondo su questo tema e discuteremo un documento in via di preparazione da parte della nostra Commissione. A febbraio prossimo, inoltre, c’è l’incontro di tutti i presidenti delle Conferenze episcopali, convocato dal Papa, al quale anch’io parteciperò». Sulla questione della pedofilia, ha ribadito Bassetti, «occorre chiarezza, nei limiti del rispetto delle istituzioni, e collaborazione piena con le autorità civili e giudiziarie. Ma soprattutto bisogna lavorare sulla prevenzione, come è molto ben sottolineato nella nuova Ratio dei seminari. Bisogna valutare molto bene coloro che si considerano candidati al sacerdozio o alla vita religiosa, anche con l’aiuto delle scienze umane». Da parte della Chiesa, dunque, c’è «massima collaborazione» nel denunciare gli abusi, ha chiosato il presidente della Cei, «purché non vada contro i doveri di coscienza». Bassetti ha ricordato che un sacerdote «è vincolato, se si tratta di confessione sacramentale. In quel caso, farei un danno ancora maggiore, perché nessuno sarebbe più garantito nel foro interno». Dovere della Chiesa, ha concluso, è assicurare «con la massima discrezione la maggiore collaborazione possibile».