Vita Chiesa

Sinodo 2018: vescovi e giovani sulle orme di Pietro

Un invito a rinnovare la professione di fede «nel luogo dove l’apostolo Pietro con la testimonianza della vita ha confessato la sua fede nel Signore Gesù, morto e risorto». Lo ha levato il Papa ai partecipanti al pellegrinaggio alla tomba di San Pietro, attraverso la Via Francigena, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione per i ragazzi e i Padri Sinodali , accompagnati da una rappresentanza delle parrocchie romane. Subito dopo, la Messa presieduta dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, presso l’Altare della Cattedra. A tenere l’omelia, l’arcivescovo Rino Fisichella.

Pietro «è un generoso, si fida di Gesù anche se non l’aveva mai visto prima, anche se non lo conosceva», ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Nell’omelia mons. Fisichella ha ripercorso la biografia di quello che sarebbe diventato il primo papa, alla presenza di Papa Francesco. Il Pietro che dice a Gesù «sulla tua parola io getterò la rete», ha sottolineato Fisichella, «era stanco, era deluso, ma non ha detto a Gesù: ‘Tu pensa a fare il falegname, io sono il pescatore’. Anche se non l’aveva mai visto prima, anche se non lo conosceva, si fida di Gesù». «Pietro lentamente capisce che deve fidarsi, che ha bisogno della grazia di Dio», ha proseguito Fisichella: «Lo ripetiamo anche noi: senza la tua luce non c’è niente di noi. Ma appena Pietro vede che fidarsi di Gesù porta frutto, che la pesca è andata bene, prende consapevolezza ancora di più di chi lui è: ‘Allontanati da me che sono un peccatore’. ‘Allontanati da me, che sono indegno’. Eppure Gesù ha un altro piano: ‘Pietro, non temere, io ti farò pescatore di uomini’. Continua ad avere fiducia in me, ad essere accanto a me, non mi abbandonare».

«Scopriamo un Pietro dal carattere generoso, come è tipico della nostra giovinezza», ha commentato Fisichella: «Pietro è un generoso, lascia tutto e segue Gesù. Non dubita, non ci sono indugi per lui, segue il maestro. E questa generosità la ritroviamo per tutti e tre gli anni» della vita pubblica di Gesù. «Passo dopo passo Pietro deve capire che non è lui che si salva, ma è Gesù, è Dio che lo salva», ha fatto notare Fisichella citando il capitolo 21 del Vangelo di Giovanni. La seconda chiamata di Gesù, che per due volte chiede a Pietro «Mi ami?» e la terza «Mi vuoi bene?», «è la chiamata all’amore, a dare tutto, non solo a lasciare, ma a dare tutto se stesso», ha detto Fisichella: «Ma Pietro non è ancora capace. Passeranno trent’anni e dopo trent’anni Pietro, in quel momento, sì, piegherà le ginocchia davanti a Dio. Pietro, adesso, è disponibile ed è capace a dare tutto se stesso. Questo è il dono del martirio: nessuno ti toglie la vita, la dono da me stesso. Ci vorranno trent’anni. Dio ha pazienza con noi, i suoi tempi non sono i nostri tempi, ci viene incontro quando Lui ha deciso. E deve trovare un cuore aperto. Qui Pietro dà la sua vita, qui la sua professione di fede deve diventare anche la nostra».