Vita Chiesa

Sinodo Famiglia: card. Baldisseri, tutti i «numeri» e le «novità»

Tra gli invitati al Sinodo, ha proseguito, parteciperanno ai lavori 16 esperti o collaboratori del segretario speciale, 38 uditori e uditrici, 8 delegati fraterni. «Si è voluto dare particolare rilievo alle coppie di sposi, genitori e capi famiglie», ha sottolineato il cardinale a proposito delle 13 coppie presenti al Sinodo, una delle quali tra gli esperti. «Siamo ben lieti di accogliere i delegati fraterni che, come rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali, certamente condividono con la Chiesa cattolica la sollecitudine per l’evangelizzazione e la cura pastorale delle famiglie nel mondo odierno».

Tra le «prospettive e novità», il cardinale Baldisseri ha citato innanzitutto «la volontà del Santo Padre d’intraprendere un cammino sinodale innovativo e originale, che si articola in due momenti»: l’attuale Assemblea Straordinaria e quella Ordinaria del prossimo anno. Già nella fase preparatoria, «l’alto numero delle risposte» giunte da tutto il mondo al Questionario, per il segretario generale «è senz’altro indice di quella franchezza e libertà con cui è stata condotta la consultazione»: la stessa «ampia libertà di espressione caratterizzerà anche l’Assise sinodale, che certamente si svolgerà in un clima di rispetto per ogni posizione, di carità vicendevole e con autentico senso costruttivo», esprimendosi «chiaramente e con coraggio»: «Nel clima di un confronto sereno e leale, i partecipanti saranno chiamati a non far prevalere il proprio punto di vista come esclusivo, ma a cercare insieme la verità». Per quanto riguarda l’organizzazione dei lavori, la «Relatio ante disceptationem» ha tenuto conto del contributo dei padri, presentato in anticipo. Così, la «Relatio» diventa «un testo di riferimento su cui lavorare durante gli interventi in Aula».

Durante il dibattito in Aula, che avrà luogo nella prima settimana, a partire dalla 2ª Congregazione generale, si seguirà l’ordine tematico stabilito seguendo l’Instrumentum laboris. Questi i temi: il disegno di Dio su matrimonio e famiglia; la conoscenza della S.Scrittura e del Magistero su matrimonio e famiglia; il Vangelo della famiglia e la legge naturale; la famiglia e la vocazione della persona in Cristo; la pastorale della famiglia e le varie proposte in atto; le sfide pastorali sulla famiglia; le situazioni pastorali difficili; le sfide pastorali circa l’apertura alla vita; la Chiesa e la famiglia di fronte alle sfida educativa. Ogni Congregazione generale si aprirà con l’annuncio del tema da parte del presidente delegato di turno, cui seguirà l’intervento di una coppia di sposi uditori, che offriranno ai padri sinodali la loro testimonianza di vita familiare, «contribuendo a far conoscere e arricchire il confronto sull’azione pastorale». In terzo luogo, la «Relatio post disceptationem», al termine della prima settimana, costituirà la base per il prosieguo dei lavori della seconda settimana nei «circuli minores», che i padri prenderanno in esame in vista del documento finale detto «Relatio Synodi». Questo documento, infine, sarà consegnato al Santo Padre.

«Papa Francesco sarà presente tutto il tempo». Ad assicurarlo ai giornalisti è stato il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che durante il briefing di oggi ha spiegato che «sarà lui che aprirà le Congregazioni, con la preghiera e alcune parole all’inizio. Poi, come è prassi, ci saranno tre presidenti delegati che a turno presiedono e fanno da moderatori. Il Papa è libero di intervenire quando riterrà opportuno. Certamente dirà una parola alla conclusione». «Non ci saranno decisioni» al termine della terza Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, ha ribadito il cardinale rispondendo alle domande dei giornalisti: il documento che verrà approvato alla fine «sarà la base per l’Assemblea ordinaria dell’anno prossimo». «Sarà allargato con un piccolo questionario», ha annunciato il segretario, prevedendo che «ci saranno anche argomenti che non saranno toccati dai padri sinodali», durante questi quindici giorni. Il documento finale, con il relativo questionario, sarà poi inviato alle singole Conferenze episcopali e, «dopo le risposte, si confezionerà l’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo».

«Le conclusioni arriveranno alla fine del Sinodo. Abbiamo appena cominciato». Con queste parole il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha risposto alle domande dei giornalisti sulla questione dei divorziati rispostati. «Dall’ottobre ad oggi – ha detto il cardinale – ho dato almeno 50 interviste», ha ricordato il cardinale: «Ho sempre detto e ripetuto che al tema dei divorziati risposati l’Instrumentum laboris dedica una pagina e mezza. L’interesse è noto che vada in quel settore». «Anche i media hanno la loro responsabilità nell’orientare l’opinione pubblica», ha ammonito il cardinale: «Mi appello a voi perché sottolineiate anche altri aspetti». Secondo il card. Baldisseri, infatti, «è più urgente vedere globalmente tutto l’insieme: l’Instrumentum laboris tratta moltissimi temi, come le difficoltà e la povertà delle famiglie, gli abusi, le violenze». «I padri rappresentano tutti i continenti, le realtà sono molto differenti: naturalmente c’è molta pressione del mondo occidentale, ma i padri vengono da tutte le parti del mondo». Anche l’invito del Papa, del resto, è ad avere una «prospettiva globale» sulla famiglia, e a «trovare punti di convergenza».

«Divorziati risposati non ci sono come uditori e uditrici», ha puntualizzato il cardinale rispondendo alle domande dei giornalisti, «ma li ascoltiamo». «Il matrimonio e la famiglia è un’istituzione stabile», ha ricordato, «l’80% dei matrimoni lo è». Riguardo ai divorziati risposati, ha aggiunto, «la Chiesa deve chinarsi a queste problematiche con misericordia, come dice il Papa», che «ha parlato e parla moltissimo sui diversi temi che riguardano la famiglia, e vuole che il popolo di Dio parli e si esprima su di essi». «È questa – ha commentato – la novità del Sinodo: il Papa apre alla libertà e dice che i problemi delle famiglie sono importanti: c’è tanta gente che soffre, che è ferita, e ci vuole uno sguardo particolare su questo». «Non che la Chiesa non l’abbia avuto in passato: la Chiesa deve uscire. Non è che non lo facesse prima, ha sempre avuto i missionari, ma deve farlo con un atteggiamento nuovo». Interpellato sul motivo per cui uditori e uditrici non hanno diritto di voto, il cardinale ha precisato: «Questo è un Sinodo dei vescovi, a cui naturalmente partecipano anche dei laici. Non hanno diritto di voto, ma possono parlare». «Per statuto – ha ricordato padre Lombardi – al Sinodo partecipano i presidenti delle Conferenze episcopali. I padri, negli interventi, presenteranno la situazione della loro Chiesa, più che la loro singola, personale posizione».