Vita Chiesa

Sinodo dei vescovi: un film sulla fede in Europa con intervista al Papa

Un film con le interviste alle maggiori personalità religiose cristiane, a partire dal Papa. È «Bells of Europe – Campane d’Europa. Un viaggio nella fede in Europa», presentato ieri sera dopo la sessione sinodale ad alcuni padri; tutti i 262 padri sinodali, invece, hanno ricevuto un fascicolo con i testi integrali delle interviste realizzate in occasione del film, in versione italiana e inglese. Il film, realizzato dal Centro televisivo vaticano con la collaborazione di Rai Cinema e il sostegno della Fondazione La Gregoriana e Intesa San Paolo, nasce da un’idea di padre Germano Marani e contiene una colonna sonora firmata in gran parte dal compositore estone Arvo Pärt. Benedetto XVI, il patriarca ecumenico Bartolomeo I, il patriarca di Mosca Kirill, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, l’ex presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Germania Wolfang Huber sono le personalità religiose cristiane intervistate. Seguono le interviste al alcune personalità politiche di grande rilievo: il presidente italiano Giorgio Napolitano, l’ex presidente del parlamento europeo Hans-Gert Pöttering, l’ex ministro della Cultura della Federazione russa Alexander Adveev. A tracciare le conclusioni, il rettore della Pontificia università gregoriana, padre François-Xavier Dumortier.

«Il desiderio di Dio, la ricerca di Dio è profondamente scritta in ogni anima umana e non può scomparire. Certamente, per un certo tempo, si può dimenticare Dio, accantonarlo, occuparsi di altre cose, ma Dio non scompare mai». Con queste parole, nell’intervista, il Papa motiva la sua «speranza» per il continente europeo. «Le ideologie», spiega, «sembrano forti, irresistibili, ma dopo un certo periodo si consumano», perché «sono particelle di verità». Il Vangelo, invece, «è vero, e perciò non si consuma mai». C’è, poi, l’«inquietudine» dei giovani, che «hanno visto tante cose – le offerte delle ideologie e del consumismo -, ma colgono il vuoto in tutto questo, la sua insufficienza. L’uomo è creato per l’infinito. Tutto il finito è troppo poco». Proprio nelle nuove generazioni, è dunque la tesi del Papa, «questa inquietudine si risveglia di nuovo ed essi si mettono in cammino, e così ci sono nuove scoperte della bellezza del cristianesimo; un cristianesimo non a prezzo moderato, non ridotto, ma nella sua radicalità e profondità». L’Europa, conclude Benedetto XVI, «ha anche oggi nel mondo un grande peso sia economico, sia culturale e intellettuale», che comporta la «grande responsabilità» di tener viva le sue anima cristiana, che «si apre a tutto quello che è ragionevole, ma rimane ancorata alle radici». (Sir)