Sinodo famiglia: Instrumentum laboris, la Chiesa non condanna i divorziati risposati
La Chiesa è chiamata a “prendersi cura” dei separati e divorziati risposati, realtà “rilevante in Europa e in tutta l’America, molto meno in Africa e in Asia”. È quanto si legge nell’Instrumentum laboris, che mette l’accento anche su un’altra questione: i figli dei separati e dei divorziati, sui quali “ricade il peso dei conflitti matrimoniali”.
Ci sono poi i divorziati e i separati che restano fedeli al vincolo matrimoniale”, definiti “nuovi poveri” che richiedono “un’attenzione per la loro situazione che spesso è vissuta in solitudine e in povertà”. Non ultime, le ragazze madri che “si prendono cura da sole dei figli” ed hanno alle spalle “storie molto sofferte, non di rado di abbandono”. Di fronte a tutte queste situazioni, la Chiesa “non deve assumere l’atteggiamento di giudice che condanna, ma quello di una madre che sempre accoglie i suoi figli e cura le loro ferite in vista della guarigione”, si legge nel documento. In linea con lo stile di Papa Francesco, “con grande misericordia”, la Chiesa “è chiamata a trovare forme di compagnia con cui sostenere questi suoi figli in un percorso di riconciliazione”. “Con comprensione e pazienza”, è importante spiegare ai divorziati risposati che “il non poter accedere ai sacramenti non significa essere esclusi dalla vita cristiana e dal rapporto con Dio”.
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