Vita Chiesa

Sinodo: mons. Forte, «Il Papa crede fortemente nel valore della sinodalità»

«Quando Paolo VI istituì il Sinodo – ha ricordato il vescovo – volle mettere in atto quella ‘ecclesiologia totale’ che era propria del Vaticano II». L’intento era che «la Chiesa si mettesse in ascolto», un ascolto «fondato sulla dignità di ogni battezzato, sul diritto-dovere di ogni fedele di partecipare ai processi decisionali di essa, attorno al ministero di unità e di discernimento che è dei vescovi». «Questa sinodalità abbiamo dovuto impararla, e ancora siamo alla scuola di queste intuizioni», ha commentato mons. Forte. «Già il lavoro della relazione prima della discussione è stato sinodale»; ha fatto notare il cardinale Péter Erdõ, ricordando che i padri erano stati invitati a far pervenire i loro contributi già entro settembre. Tra le novità introdotte da Papa Francesco, la lingua: «Da ora in poi la lingua ufficiale del Sinodo sarà l’italiano, e non più il latino», ha ricordato il cardinale citando una delle modifiche attuate dal Santo Padre nell’«Ordo Synodi», grazie alla quale «anche il lavoro del relatore generale è facilitato».

All’obiezione, contenuta in una domanda, che il Sinodo apparisse troppo «ingessato», mons. Forte ha risposto che proprio per non farlo apparire tale «Benedetto XVI volle che s’introducesse la discussione libera: questo significa che c’è stata una maturazione del cammino sinodale». «Oggi abbiamo una inter-sessione», ha fatto notare il segretario, riferendosi all’attuale scansione del Sinodo della famiglia in due tappe. «È stato così anche per il Vaticano II: le cose più importanti del Concilio sono maturate nella inter-sessione, basti pensare allo schema 13 della Gaudium et Spes, perché è là che si ascolta il senso vivo della Chiesa. Quella del Sinodo attuale è una metodologia che prevede una inter-sessione, le due tappe, ma che coinvolge la base della Chiesa, prevede la partecipazione delle Chiese locali. Se mai ci fosse stata un’ingessatura, è stata superata del tutto».

«Non si può rapportare il Sinodo all’esperienza di un dibattito parlamentare». A precisarlo è stato il cardinale André Vingt-Trois, presidente delegato della prima Congregazione generale, intervenuto alla prima conferenza stampa sui lavori del Sinodo sulla famiglia. «La funzione del Sinodo – ha ricordato – non è per niente quella di acquisire una maggioranza sulle posizioni, ma di lavorare per far crescere la volontà comune nella Chiesa». Sulla base di questa volontà comune, ha proseguito il cardinale, la Chiesa vuole «mobilitarsi su obiettivi che siano più precisi e chiari possibili, per lasciare poi lo spazio della concretizzazione alle Chiese particolari». Il Sinodo, insomma, «non vuole fare un dibattito parlamentare per acquisire una maggioranza: il suo è un lavoro di fondo per costruire un consenso il più vasto possibile». Ecco perché durante le assemblee sinodali è possibile, come ha auspicato stamattina il Papa, «esprimersi in tutta libertà, sicuri di essere ascoltati nel rispetto e nella carità fraterna».

«Non è prevista la partecipazione del Papa emerito ad un Sinodo così importante e prolungato». A renderlo noto ai giornalisti, durante la prima conferenza stampa del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, è stato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede. «Bisogna tener conto delle sue forze – ha aggiunto parlando di Benedetto – e del fatto che si tiene in una condizione di preghiera e di riservatezza». «Invece tutti speriamo di vederlo alla beatificazione di Paolo VI», ha auspicato il portavoce vaticano. Quanto ai lavori di questa mattina, dopo le relazioni dei cardinali Baldisseri ed Erdõ – ha reso noto padre Lombardi – ci sono stati alcuni interventi liberi, dei cardinali Maradiaga, Martinez Sistach, Napier, Muller e Marx. «Una primissima reazione alle due relazioni», verso le quali «è stato espresso apprezzamento», così come riguardo «al metodo scelto di articolare le diverse giornate di lavoro sui diversi temi». Tra gli argomenti trattati negli interventi liberi, ha riferito padre Lombardi, figurano «l’importanza della preparazione al matrimonio, il passaggio della fede da una generazione all’altra, lo sguardo in avanti che il Sinodo deve avere» sulla famiglia.