Vita Chiesa

Sinodo valdese, il messaggio di Papa Francesco e il saluto di mons. Malvestiti

«Siamo chiamati a spenderci nell’annuncio di Gesù, che sarà credibile se sarà testimoniato nella vita e vissuto nella carità, in particolare verso i tanti Lazzaro che oggi bussano alla nostra porta. Infatti, servendo l’uomo di oggi, difendendo la dignità dei più deboli e promuovendo la giustizia e la pace, diventiamo insieme operatori di quella pace che il Signore ha annunciato a Pasqua (cfr Gv 20,19) e ci ha lasciato in eredità». Lo scrive Papa Francesco in un messaggio di saluto firmato di suo proprio pugno al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi che si è aperto ieri a Torre Pellice. È stato Eugenio Bernardini moderatore della Tavola valdese a leggere ai sinodali il messaggio di Francesco. «Vorrei esprimervi la vicinanza fraterna della Chiesa cattolica e mia personale», scrive il Papa. «Vi assicuro il ricordo nella preghiera, rendendo innanzitutto grazie al Signore per il dono della fede in lui e per la comprensione reciproca che sta crescendo tra noi. Pregando per voi, immagino di pregare anche con voi e di chiedere insieme a Dio nostro Padre che tutti i Cristiani possano camminare con sincerità di cuore verso la piena comunione. Solo così, rispondendo concretamente all’appello del Signore a ‘essere una sola cosa’ (Gv 17,21), potremo annunciare al meglio il Vangelo». «Sono dunque lieto di dirvi anch’io, cari fratelli e sorelle: pace a voi!», scrive ancora il Papa. «Mentre conservo con gratitudine la memoria dei nostri incontri in Argentina e, più recentemente, a Torino e a Roma, formulo alla vostra Assemblea sinodale e a ciascuno di voi i migliori auguri per questi giorni di preghiera, condivisione e lavoro. E mentre su di voi invoco la benedizione del Signore, vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me e per noi, vostri fratelli e sorelle».

«Fratelli e sorelle valdesi e metodisti, considero un autentico dono dell’Unico Signore la condivisione di questo incontro a Torre Pellice». Così ha esordito mons. Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi, nell’intervento che questa mattina ha rivolto al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi. Malvestiti, accompagnato dal direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) don Cristiano Bettega, ha portato i saluti del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e del vescovo Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione della Cei per l’ecumenismo e il dialogo.

Tra i diversi temi in discussione al Sinodo, Malvestiti ha ripreso «la delicata situazione migratoria» in Italia e in Europa. «Si tratta – ha detto Malvestiti – di una preoccupazione pastorale condivisa dai vescovi italiani», che richiede prudenza e realismo, senza «mai soffocare la fantasia e la tradizione tanto sicure della solidarietà, che animano in profondità il nostro Paese». «Risvegliare le responsabilità delle istanze pubbliche, ad ogni livello, è dovere anche nostro – ha proseguito il vescovo -, e ci impegna parimenti a risvegliare le coscienze dei credenti perché ad imprimere nella società odierna questi valori, e le corrispondenti buone prassi, sia l’ordinaria sensibilità di credenti, che aprono cuore e mani al prossimo, instancabilmente e indistintamente, secondo il più autentico spirito evangelico». Malvestiti ha inoltre ricordato e si è associato «all’abbraccio della speranza» che il Sinodo ha offerto alla città di Genova attraverso la colletta del culto inaugurale devoluta agli sfollati del ponte Morandi e alla messa a disposizione di due alloggi per chi ha perso la casa.