Vita Chiesa

«Sposa carità»: il matrimonio lo offre la Caritas. Sabato a Loppiano la presentazione del progetto

Gli abiti sono messi a disposizione dalle suore del monastero di Santa Rita da Cascia: è tradizione infatti che molte spose lascino al monastero il proprio abito, come ex voto a Santa Rita. Al monastero hanno iniziato a bussare anche giovani bisognose; con la crisi economica, sono diventate sempre di più le coppie desiderose di organizzare un matrimonio «low cost».«Il progetto – sottolinea Loretta Bonamente della Caritas di Foligno – permette anche la realizzazione di bomboniere solidali oppure di organizzare il proprio matrimonio con il supporto della Caritas all’insegna della solidarietà e favorendo con il ricavato l’aiuto verso quelle coppie che altrimenti non potrebbero permettersi di festeggiare e condividere con gli amici la gioia delle nozze».Per organizzare il banchetto, la Caritas diocesana mette gratuitamente a disposizione gli spazi del Chiostro di San Giacomo e dell’adiacente taverna per allestire la festa. Il catering, sempre finanziato dal progetto, offre pietanze preparate con i prodotti del mercato equo e solidale messi a disposizione dall’associazione Monimbò. Non solo: il progetto prevede anche la possibilità di organizzare la luna di miele in una delle realtà gemellate con la Caritas, sia in Italia che all’estero.Il progetto «Sposa carità» viene presentato durante il convegno regionale organizzato dalla commissione regionale di pastorale familiare che si svolge sabato 25 gennaio a Loppiano. A fare da traccia ai lavori, le parole di San Paolo: «Se non avessi la carità» è il titolo della giornata. Il programma prevede la preghiera iniziale con il vescovo di Fiesole Mario Meini e il saluto di Giulio e Angela Borgia, delegati della Cet per la pastorale della famiglia. A introdurre il tema, Giovanni Salvini, docente di antropologia alla Scuola di teologia di Livorno. A seguire, una tavola rotonda moderata da don Paolo Gentili, vicario della diocesi di Grosseto e responsabile regionale del servizio di pastorale familiare. A portare la loro testimonianza, Helvia e Enzo Carella, insieme alla figlia Susanna: una bambina (oggi ha 13 anni) nata grazie alla telefonata di don Oreste Benzi che dette speranza alla mamma, dopo che i medici avevano diagnosticato la possibilità di una grave malattia. Tra le testimonianze, anche quella di Kaaj Thaikalandand, studentessa universitaria della Repubblica del Congo, insieme a padre Alessandro Bedin, direttore del centro regionale Migrantes. Nel pomeriggio invece spazio ai tavoli di lavoro: «Nello stile sinodale del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze – sottolinea don Paolo Genitili – daremo modo alle persone di confrontarsi in piccoli gruppi ed elaborare proposte pastorali». Alle conclusioni di mons. Meini seguirà un piccolo momento di festa, con lo spettacolo dei «Giovani per un mondo unito». Nell’organizzazione dell’evento sono coinvolti nove uffici pastorali regionali della Conferenza episcopale toscana, sedici tra associazioni e movimenti. Il convegno è rivolto agli sposi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai catechisti, agli educatori e a tutti coloro che hanno a cuore la trasmissione della fede.