Vita Chiesa

Sud Sudan: agguato al vescovo di Rumbek. Suor Balatti (comboniana), “era sereno. Probabile avvertimento”

Pochi giorni fa si erano sentiti al telefono con padre Christian, come lo chiamano tutti. “Era sereno, per nulla preoccupato. Mi ha detto che la mattina studiava il dinka, la lingua locale, e il pomeriggio riceveva in curia le persone. Che io sappia non aveva ricevuto minacce”.

E invece, la notte scorsa, l’aggressione improvvisa. Gli hanno sparato alle gambe ed è vivo per miracolo. A parlare al Sir da Malakal, in Sud Sudan, è suor Elena Balatti, comboniana, ancora scioccata per l’agguato a monsignor Christian Carlassare, nominato nuovo vescovo di Rumbek da Papa Francesco l’8 marzo 2021.

Prima padre Christian era vicario nella diocesi di Malakal, per questo con la religiosa si conoscevano bene. “Siamo tutti scioccati e amareggiati”, racconta suor Elena. “La gente non ne può più di questi livelli di violenza – dice -. I sudsudanesi sono amareggiati anche perché non riescono a presentare al mondo una immagine pacifica del Paese”. “Ora sono in corso le indagini – conferma la missionaria -. E’ un fatto troppo eclatante e scioccante per il Paese. Sicuramente il governo procederà immediatamente con metodi forti, vista la rilevanza internazionale del caso. La giustizia sta cercando di fare il suo corso”.

La comboniana, in missione nel più giovane Paese del mondo da “talmente tanti anni che ho perso il conto”, conosce bene la delicatezza della situazione interna e le diffidenze tra etnie e ricorda che monsignor Carlassare “non ha alcun legame con la politica: è stata la Chiesa a mandarlo lì, lui non ha alcuna responsabilità”. “A Rumbek molte questioni vengono regolate attraverso la violenza – dice -. E’ probabile che sia stato un avvertimento, ricorda certi metodi della mafia italiana”. “La mia speranza è che guarisca fisicamente e anche psicologicamente – afferma suor Elena – perché è stata sicuramente una esperienza scioccante. E’  una persona di fede e sono sicura che ciò avverrà. Ora deve pensare solo a rimettersi in forma”. La missionaria auspica che “episodi come questo facciano riflettere la gente che è necessario un cambiamento, attraverso la scuola, il lavoro per i giovani, lo sviluppo. Solo creando interessi alternativi la situazione migliorerà”.