Vita Chiesa

TEOLOGI FIORENTINI CANTANO GREGORIANO IN TEMPIO BUDDISTA SUL MONTE SACRO GIAPPONESE KOYA

Le melodie cattoliche del canto gregoriano sono riecheggiate per la prima volta nel cuore del buddismo giapponese. E’ accaduto sul Monte Koya (nella prefettura di Wakayama), a due ore di auto da Osaka, nell’ambito dell’ incontro tra la Facoltà teologica dell’Italia centrale e la comunità del buddismo esoterico Shingon, uno dei principali rami della religione orientale e universalmente riconosciuto come uno dei movimenti che ha più influenzato la mentalità giapponese.

A cantare non un gruppo di monaci, ma alcuni professori della facoltà che ha sede a Firenze, invitati in Giappone dalla Koyasan University per partecipare ad un convegno di approfondimento sul buddismo esoterico e le sue comparazione con altre religioni, organizzato per festeggiare i 120 anni della fondazione dell’ateneo religioso. In otto e di fronte a studiosi giunti da tutto il mondo gli insoliti cantori hanno intonato tra gli applausi alcuni dei classici gregoriani, dal “Victimae paschali” al “Veni creator Spiritus”.

“Abbiamo cantato con il cuore – ha detto il preside della facoltà italiana monsignor Andrea Bellandi – consapevoli che la bellezza del canto gregoriano sarebbe riuscita a rappresentare perfettamente quel sentimento di pace e gioia che il cristianesimo porta ad ogni uomo. Abbiamo, con qualche timore, accolto la richiesta dei monaci buddisti di cantare il gregoriano di fronte a tutti i convegnisti e direi che l’esito ha superato ogni nostra aspettativa”.

L’invito alla delegazione fiorentina da parte della Koyasan University è giunto all’intero di uno scambio culturale intrapreso lo scorso anno, quando il rettore Chisho Namai ed il segretario generale dell’Ordine Shingon Shodo Habukawa assieme ad alcuni docenti, è stato ospite a Firenze della Facoltà teologica dell’Italia centrale per una visita alla Toscana e per assistere ad un convegno sull'”Arte come espressione dell’uomo”. Sulla montagna sacra giapponese, da oltre 1100 anni sede del buddiasmo esoterico Shingon, ricca di oltre 100 templi buddisti, i convegnisti si sono confrontati sullo studio del buddismo esoterico e sulle sue relazioni con il mondo contemporaneo.

In particolar modo la delegazione fiorentina è stata impegnata nei lavori della sezione dedicata al dialogo interreligioso. A nome della facoltà è intervenuto il professore di morale mons. Basilio Petrà sul “ruolo della vita e della fede nello studio della religione”, sottolineando “la necessità di operare attivamente fin d’ora sulla storia alla ricerca di ciò che rende simili le religioni così da preparare sempre più l’unità finale di tutti gli uomini e di tutte le religioni”. (ANSA).