Vita Chiesa

«THE PASSION» PROIETTATO AI PRETI FIORENTINI. CARD. ANTONELLI: UN FILM CHE AIUTA

“Il film di Mel Gibson propone, con la crudezza del linguaggio cinematografico, la vicenda storica della Passione di Gesù. È una rappresentazione che ci aiuta a superare certe idealizzazioni, certe stilizzazioni della vicenda storica della Passione. Nello stesso tempo, mi pare che nella narrazione le scene di violenza abbiano come contrappunto scene di raccoglimento e di muta partecipazione. Il film mostra che Gesù accetta volontariamente la croce: si vede bene il suo sì detto a Dio e agli uomini. Gesù porta su di sé il peso dei peccati degli uomini, e offre il suo perdono a tutti: in questo senso, l’amore appare più grande della sofferenza”.

Così il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, ha commentato il film di Mel Gibson sulla Passione di Cristo, al termine della proiezione straordinaria organizzata dalla Diocesi di Firenze. Nel cinema Variety (messo gentilmente a disposizione dal titolare Roberto Rinaldi) sono intervenuti in 350 tra preti, religiosi, catechisti, insegnanti di religione: nel dibattito conclusivo, guidato dal responsabile del settore cinema dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei don Dario Viganò, sono emersi qualche appunto critico ma soprattutto molti apprezzamenti per il film. “Mi ha colpito particolarmente la figura di Maria – ha proseguito il cardinale Antonelli – che appare donna forte e coraggiosa, capace di dire sì fino in fondo come Gesù”. “Ciò che vediamo sullo schermo – ha aggiunto, rispondendo alle domande dei giornalisti al termine della proiezione – suggerisce che Cristo ha abbracciato l’umanità intera, con i suoi peccati e le sue sofferenze, ha portato il peso delle atrocità di tutta la storia umana, comprese quelle del nostro tempo”.

Riguardo alle accuse di antisemitismo, “posso capire – ha affermato l’arcivescovo – il timore da parte delle comunità ebraiche che questa rappresentazione potesse ravvivare sentimenti antigiudaici. Ma è un timore a cui non corrisponde, mi sembra, nessuna intenzione da parte del regista che mette in evidenza la crudeltà dei Romani non meno di quella dei Giudei”. Antonelli ha risposto anche a chi gli chiedeva un confronto tra il Gesù di Mel Gibson e quello di Pierpaolo Pasolini: “Sono due artisti diversi. Ma questo è anche nella storia dell’arte, se confrontiamo una crocifissione del Beato Angelico, che sottolinea il senso di mitezza e di pace che emana dal Crocifisso, con la passione di Grunewald, che mette in risalto la terribile sofferenza, vediamo opere diverse ma ugualmente significative”. Nel film, ha aggiunto, si riconoscono molte suggestioni prese da artisti: oltre a Grunewald anche Caravaggio, Rembrandt, Bosch. “Mi sento – ha concluso – di consigliarne la visione a giovani e adulti: credo invece che non sia adatto ai bambini”.