Vita Chiesa

Terra Santa: scambio di auguri tra comunità cristiane. Mons. Pizzaballa, «continuare a mostrare unità e armonia»

In questo giorno, infatti, gli ortodossi festeggiano la nascita di Gesù in linea con il calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare. Quando nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di modificare il calendario e inaugurarne uno nuovo, che sarebbe stato chiamato appunto «gregoriano», i cattolici e gli ortodossi smisero di celebrare il Natale lo stesso giorno. Furono all’epoca cancellati i giorni tra il 5 e il 14 ottobre 1582 e dunque il 25 dicembre diventò il 7 gennaio per gli ortodossi.

L’incontro è avvenuto ieri e tra i presenti l’Amministratore Apostolico del Patriarcato latino, mons. Pierbattista Pizzaballa accompagnato, tra gli altri, dal vicario patriarcale per Gerusalemme e Palestina, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo. Secondo quanto riferito dal Patriarcato latino di Gerusalemme nel suo discorso mons. Pizzaballa ha ribadito l’opportunità e l’esigenza dell’unità tra le Chiese di Terra Santa. Unità che si esprime non solo tramite queste adunanze di rito, ma, anche e soprattutto, tramite la testimonianza. Essa consiste nella «nostra capacità, come comunità cristiane, di vivere esperienze di amore, perdono e libertà».

Per realizzare gli impegni per il nuovo anno sarà necessario «continuare a mostrare unità e armonia» tra tutte le comunità cristiane. Impegni che per l’anno entrante consisteranno nella «definizione di diritti e doveri delle Chiese nei confronti delle legislazioni civili, nel diritto della Chiesa di gestire con libertà i propri beni, l’autonomia delle nostre istituzioni e il libero movimento delle nostre comunità». Queste sfide si affiancano a quella ancora più importante consistente nel perpetuare la mutua collaborazione tra le diverse confessioni cristiane per «costruire insieme comunità solide e solidali per la vita delle nostre società», in ossequio alla «missione che Cristo qui ci affidato per il bene di tutti».