Vita Chiesa

Terremoto: mons. Russo (Cei), bene emendamento in Commissione ambiente, su ricostruzione edifici di culto

«L’emendamento approvato, rispetto al quale non possiamo che esprimere la nostra più profonda soddisfazione, ha recepito con sensibilità le problematiche inerenti la ricostruzione delle Chiese e degli altri edifici di culto, con un approccio attento alle popolazioni coinvolte da questi tragici eventi calamitosi, per le quali è importante riscontrare il recupero, anche progressivo, di alcuni elementi, simbolici e non solo, di socialità e di vita civile, che diano una speranza di progressivo rientro in una situazione di ordinarietà. La Chiesa e tutto ciò che essa rappresenta costituisce proprio uno di questi elementi». Lo ha detto questa mattina mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica e presidente del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto, ricevuto in udienza dalla Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito dell’esame in sede referente, del D.L. 55/2018, approvato dal Senato, recante «Ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016».

In particolare, «l’emendamento in esame ha apportato modifiche al decreto legge n. 189 del 2016, attraendo al regime della ricostruzione privata gli interventi di importo non superiore a € 500.000 inerenti le Chiese e gli altri edifici di culto colpiti dal sisma, di competenza delle Diocesi, secondo modalità da definire con ordinanza commissariale». Per gli interventi di importo superiore a € 500.000, ha spiegato il vescovo, «ma comunque inferiore alle soglie di rilevanza europea, si è prevista l’istituzione di un tavolo tecnico presso la struttura commissariale, per definire procedure adeguate di realizzazione». Della delegazione Cei facevano parte anche mons. Giuseppe Baturi, sottosegretario della Cei, e Francesco Saverio Marini, ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma «Tor Vergata».

«L’intervento è senz’altro positivo – afferma mons. Russo – , perché consentirà un’effettiva e rapida ricostruzione in questo complessivo contesto emergenziale, tenendo appunto conto dell’eccezionale proporzione dell’evento sismico, e quindi del numero delle Chiese e degli edifici di culto interessati». Del resto, ha proseguito, «non può sottacersi l’estrema difficoltà, per le Diocesi, sul piano organizzativo prima ancora che economico, di dotarsi delle strutture necessarie per l’esperimento di procedure di gara, tanto per la progettazione (che invece, per tutti gli altri soggetti attuatori, è svolta, di regola, all’interno delle singole Amministrazioni), quanto per l’affidamento dell’esecuzione dei lavori, e di farsi carico di tutti gli oneri, non meramente economici, che conseguono alla soluzione prevista dalla legislazione vigente, la quale richiede, infatti, un contesto organizzativo e gestionale che è del tutto estraneo alla struttura e alla natura delle Diocesi». L’emendamento di cui si discute, ha spiegato mons. Russo, «conseguirebbe l’obiettivo di favorire una ricostruzione più rapida in relazione a interventi sotto una soglia predeterminata e non irragionevole, che consentirebbe alle Diocesi di occuparsi di un cospicuo numero di ricostruzioni, considerato che la maggior parte degli interventi relativi alle Chiese e agli edifici di culto è di importo non superiore a € 500.000».

«Sarebbe opportuno aggiungere che gli interventi di ricostruzione di importo non superiore a € 500.000 seguano il regime della ricostruzione privata ‘ai fini della predisposizione dei progetti e della selezione dell’impresa esecutrice’, in luogo dell’inciso ‘ai fini della selezione dell’impresa esecutrice’ contenuto nell’emendamento approvato al Senato. Pur essendo a nostro avviso pacifico che la proposta di modifica in esame non possa che riferirsi tanto alla fase di progettazione, quanto a quella di esecuzione – non potendo essere scisse le due procedure, attraendole a regimi diversi, così vanificando lo scopo della riforma – si ritiene che il riferimento espresso anche alla predisposizione della documentazione progettuale renderebbe più agevole e chiaro il dato normativo, evitando possibili criticità interpretative in fase applicativa». È la richiesta espressa a nome dei vescovi italiani da mons. Stefano Russo, alla Commissione Ambiente della Camera. «Si confida quindi per l’accoglimento dell’emendamento passato al Senato, eventualmente modificato secondo quanto appena riferito, in modo che possano trovare adeguato bilanciamento gli interessi alla trasparenza, regolarità e sicurezza nelle procedure di ricostruzione – ha concluso mons. Russo -, con quello alla celerità degli interventi, nel rispetto della natura soggettiva e delle competenze delle Diocesi e a tutto vantaggio delle popolazioni coinvolte e del loro diritto a poter esercitare la libertà religiosa e di culto».