Vita Chiesa

Toscana, una terra che profuma di santità

di Emanuela PietraroiaProfumo di santità nella vita ordinaria e feriale. Da Giorgio La Pira a Giuseppe Toniolo, da Tilde Manzotti a Cesare Guasti: se c’è un comune denominatore nella storia di queste persone, per le quali è in corso un processo di beatificazione, è la loro laicità. Ne abbiamo parlato con il cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Sacra Congregazione per le cause dei santi. A Prato per la commemorazione della morte del venerabile Cesare Guasti, sabato 19 febbraio, il cardinale non si sbilancia sui toscani in aria di santità, ma risponde volentieri alle nostre domande.

Eminenza, possiamo dire, guardando ad alcune personalità della nostra regione proposte agli onori degli altari, che la Toscana del secolo scorso è stata terra di santità laicale?

«Proprio Giorgio La Pira ha detto che il nostro secolo è chiamato ad essere il secolo dei santi laici. Questo è anche il pensiero emerso dal Concilio Vaticano II che ha sottolineato la vocazione universale alla santità. Anche per i laici e non solo per i preti e le suore è la santità. La parola di san Paolo ci suggerisce la stessa cosa: “Dio ci ha predestinati per essere santi e immacolati davanti a Dio”. Il Papa ha sottolineato la santità laicale: “Domandare a un catecumeno: Tu vuoi essere battezzato? equivale a dire: Tu vuoi essere santo?”. La vocazione battesimale è vocazione alla santità».

A proposito delle più significative figure di toscani allo studio della Congregazione, le è possibile indicarci a quale stadio del processo siamo?

«Le posso dire soltanto che sono in fase d’esame. Pensi che al momento sono più di 1200 le cause allo studio del dicastero al quale sono preposto. I tempi sono lunghi per questo motivo».

Spesso parliamo della nostra epoca come di un’epoca di secolarizzazione, di perdita della fede. Ma i nostri tempi sono anche i più fecondi di santi e di beati degli ultimi secoli. Che significato ha questo per la Chiesa e per il mondo?

«In realtà se da una parte è vero che i nostri tempi sono secolarizzati, assistiamo a una crescente ricerca di santità. C’è nell’uomo di oggi fame e sete di santità e di tutti quei valori necessari per la felicità. Al vuoto interiore corrisponde un anelito che supera la realtà sensibile. Un segnale di questa ricerca lo riscontro anche nelle domande che spesso mi vengono poste su “come vengono fatti i santi”. Perfino un gruppo di giapponesi mi ha scritto per sapere qual è l’iter per la santità. Io la chiamo “curiosità morbosa”, ma è la testimonianza della ricerca di spiritualità dei nostri tempi: il mondo avverte l’esigenza di uomini che si lasciano afferrare da Dio e i santi sono la testimonianza convincente di ciò che l’uomo può fare se si abbandona a Dio».

Per tornare alla santità laicale. Come si manifesta in un programma di vita laicale la santità?

«A chi pensa che l’ideale di santità implichi una vita straordinaria, ha già risposto il Papa nella Novo Millennio Ineunte, dicendo che la santità è la misura alta della vita cristiana. Nella trama ordinaria della vita quotidiana, nel cammino di uno sposo, un padre, un impiegato si può scoprire un esempio di cristiano in tutta la sua radicalità. La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel vivere in modo straordinario le faccende quotidiane».

Tutte le tappe per diventare beatiQual è l’iter che la Chiesa percorre per verificare la santità di una persona e arrivare alla beatificazione o alla canonizzazione? «La prima fase, quella diocesana – spiega il cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Sacra Congregazione per le cause dei santi – accerta le virtù eroiche della vita della persona proposta alla devozione dei fedeli. Nella fase romana, che segue a quella diocesana, vengono studiati i documenti relativi alla persona dal dicastero preposto alle cause dei santi. In questo caso è necessaria la segnalazione di una grazia o di un miracolo avvenuto per intercessione del servo di Dio, che testimonia la santità della persona in oggetto e questa viene proclamata beata. Un secondo miracolo avvenuto dopo la beatificazione segna la santità della persona». Perché è richiesta l’approvazione di un miracolo prima della proclamazione di un beato o di un santo? «Il miracolo – sottolinea il cardinale Saraiva Martins – è un timbro che Dio pone sull’uomo e garantisce che la persona è santa. È il segno della comunione diretta con Dio. Solo chi è in questa comunione con Dio, come è avvenuto per Padre Pio, può fare miracoli».E. P. Laici, preti, fondatori di famiglie religiose: ecco le cause aperteLa Toscana è da sempre terra nella quale la santità cristiana ha scritto pagine memorabili di vita, di carità, di cultura. Dai martiri dei primi secoli, la cui testi-monianza è all’origine di molte delle nostre Chiese locali, fino alle numerose, grandi figure che hanno segnato, di fatto, tutte le epoche dell’era cristiana. Figure la cui eco è arrivata ben oltre i nostri confini: si pensi, fra l’altro, alle straordinarie esperienze spirituali di santa Caterina da Siena e santa Maria Maddalena de’ Pazzi . Una santità che continua a fiorire anche ai nostri giorni, come mostrano le numerose, anche assai significative, cause di beatificazione attualmente aperte nelle diocesi toscane. Nell’arcidiocesi di Firenze, si sta per chiudere la fase diocesana della causa di Giorgio La Pira di cui abbiamo da poco celebrato il primo Centenario della nascita: una causa alla quale molti guardano con grande interesse, per lo spessore e per la testimonianza vissuta dal sindaco di Firenze. Sono invece già a Roma le cause di don Giulio Facibeni, fondatore della Madonnina del Grappa, del cardinale Elia Dalla Costa, arcivescovo di Firenze negli anni della seconda guerra mondiale, e di «Mamma Carolina», fondatrice dell’Opera Prime Comunioni.

L’arcidiocesi di Pisa, insieme a quelle di Treviso e Vittorio Veneto, all’Azione Cattolica, alla Fuci e all’Università Cattolica, patrocina la causa di Giuseppe Toniolo, dichiarato Venerabile nel 1971. È stata da tempo aperta anche la causa del cardinale Raffaello Carlo Rossi, carmelitano, che fu vescovo di Volterra negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, così come è stata avviata la fase diocesana della causa del vincenziano Lodovico Coccapani.

Per la diocesi di Fiesole, sta per giungere a compimento la causa della venerabile madre Maria Teresa Scrilli, fondatrice delle Suore di Nostra Signora del Carmelo, di cui è stato approvato il miracolo per la beatificazione. Si è poi chiusa la fase diocesana della causa della laica Nella Pratesi, protagonista di una strordinaria esperienza mistica, mentre sono in via di completamento quelle della laica Tilde Manzotti, giovane dell’Azione Cattolica morta a soli 24 anni, e di Madre Giovanna dello Spirito Santo, fondatrice delle Suore Francescane del Verbo Incarnato. Da un anno è stato aperto il processo della focolarina Renata Borlone, per molti anni responsabile della Mariapoli di Loppiano.

In diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello è ormai in via di conclusione la causa di Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione, nata a Porto S. Stefano nel ‘700, fondatrice dell’Ordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, della quale si spera la beatificazione durante l’Anno dell’Eucaristia. Vi è poi la causa del vescovo passionista monsignor Aristide Stanislao Battistelli. Nella diocesi di Massa Carrara Pontremoli sono aperte le cause di beatificazione del venerabile Angelo Paoli, carmelitano nativo di Argigliano, in Lunigiana, noto a Roma come il «padre dei poveri», e di padre Giocondo Pio Lorgna, domenicano, fondatore delle suore della Beata Imelda.

In diocesi di San Miniato è aperta la causa per il vescovo monsignor Pio Alberto Del Corona, fondatore delle suore Domenicane dello Spirito Santo; a Prato, quella per il laico Cesare Guasti, studioso innamorato di Cristo; a Siena, è in corso la causa per Bianca Piccolomini Clementini, fondatrice della Compagnia delle Figlie di S. Angela Merici; a Lucca, quella di madre Gemma Giannini, fondatrice delle suore di Santa Gemma Galgani; a Grosseto, quella del venerabile Giovanni da Batignano, eremita morto nel 1621; a Volterra, la causa di padre Faustino Ghilardi, francescano, avviata in diocesi nel 1963; a Livorno la causa di don Giovanni Battista Quilici, prete dell’Ottocento, fondatore di opere sociali e congregazioni di preghiera. Si è aperta a Norcia, invece, la causa per mons. Settimio Peroni, vescovo della diocesi umbra nativo della diocesi di Fiesole.Non mancano, infine, le ipotesi per l’apertura di nuove cause, tra le quali si segnalano quella di don Zeno Saltini fondatore di Nomadelfia a Grosseto, e quella del vescovo monsignor Enrico Bartoletti a Lucca. A Firenze sono in corso i preliminari anche per l’apertura delle cause per mons. Olinto Fedi, fondatore delle suore Francescane dell’Immacolata, e per la marchesa Maria Maddalena Frescobaldi Capponi, laica (è la madre di Gino Capponi) ispiratrice della congregazione delle suore Passioniste. Dovrebbe aprirsi a Firenze anche la causa per mons. Celestino Zini, fondatore delle suore Calasanziane di Firenze, che è stato anche arcivescovo di Siena. Madre Maria Eleonora Giorgi, nata nel 1882, nel 1904 ha vestito l’abito delle suore Serve di Maria Santissima Addolorata, pronunciando i voti perpetui nel 1915. Il processo diocesano di beatificazione fu aperto a Firenze nel 1965; nel 1982 la causa è passata in Vaticano alla Congregazione per le cause dei santi. Per informazioni o per segnalare grazie ricevute da Madre Giorgi, telefonare allo 055.406718. A Fiesole, infine, sono in corso i preparativi per l’apertura della causa di monsignor Alfonso M. Ferroni, vescovo francescano che fu missionario in Cina dove subì per anni una carcerazione durissima.Com’è facile rendersi conto, si tratta di una rassegna assai indicativa già per le caratteristiche delle figure elencate, in cui non mancano eminenti figure di laici, uomini e donne, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, in quella varietà di vocazioni che – come insegna la Lumen Gentium – costituiscono la ricchezza della vita ecclesiale.Alessandro Andreini La scheda: i nomi più notiGiorgio La PiraNato a Pozzallo nel 1904, è stato membro dell’Assemblea Costituente, parlamentare, sindaco di Firenze dal 1951 al 1964. In occasione del centenario della nascita, nei mesi scorsi, il Papa lo ha additato a modello per tutti i sindaci d’Italia. Cesare GuastiNato a Prato nel 1822, è stato archivista, studioso, autore numerosi saggi sulla lingua italiana e segretario dell’Accademia della Crusca; a lui si deve fra l’altro la traduzione in italiano dell’«Imitazione di Cristo». Padre di quattro figli, nelle sue lettere ai familiari si ritrovano preziosi consigli per la crescita spirituale. Tilde ManzottiNata a Reggio nel 1915, sarà insegnante elementare nel 1932. L’anno successivo ha inizio il suo calvario con la tubercolosi. Iscritta alla gioventù femminile di Azione Cattolica, poi alla Fuci, il suo diario è un dialogo con Gesù. Muore nel 1939 a Paterno di Pelago, a 24 anni. Giuseppe TonioloNato a Treviso nel 1845, a Padova cominciò la sua carriera universitaria prima di diventare insegnante all’Università di Pisa. Economista di fama internazionale, il suo ideale fu quello di contribuire alla creazione di una società animata dal cristianesimo.

La Pira, «Un laico esemplare», il messaggio del Papa