Vita Chiesa

Tutti in coda per Padre Pio

È stato un evento mondiale con un centinaio di testate giornalistiche e radio-televisive collegate. Si tratta dell’ostensione delle spoglie di Padre Pio da Pietrelcina iniziata il 24 aprile con una celebrazione eucaristica presieduta dal card. Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e alla quale hanno partecipato circa 15mila fedeli. Alla cerimonia è seguita l’esposizione delle spoglie del santo per la venerazione dei fedeli. Fino ad oggi sono stati circa 750mila quelli che da ogni parte del mondo si sono prenotati per sostare e pregare davanti ai resti mortali del santo di Pietrelcina. I frati hanno istituito un numero telefonico (0882 417500) per garantire a chi chiamerà la certezza del giorno e dell’ora di accesso alla cripta. Per i non prenotati ci sarà, invece, un ingresso a parte, col rischio di dover attendere in coda per entrare. L’ostensione durerà fino al 23 settembre 2009 mentre il 23 settembre prossimo è in programma a San Giovanni Rotondo la visita del card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano.

Guardare al futuro. “Il corpo di Padre Pio è qui”, ha detto il card. Saraiva Martins: egli, che è vissuto “in piena unione con Gesù crocifisso, vive adesso nella definitiva comunione con Gesù risorto”. La presenza del corpo del frate “ci invita ad una memoria: guardando le sue spoglie mortali noi ricordiamo – ha aggiunto – tutto il bene che egli ha compiuto in mezzo a noi per mezzo di quel corpo. Le reliquie di coloro che dormono nel Signore, e in modo speciale i santi – ha proseguito – ci invitano a guardare verso il futuro, a rinnovare la fede nella resurrezione della carne. San Pio è stato padre fecondo di anime”: ha scritto “una pagina originale raccogliendo intorno a se una folla come i membri dei suoi gruppi di preghiera”. Il card. Martins ha poi ricordato che la figura di questo santo cappuccino ha richiamato e richiama ancora milioni di persone “assetate di verità e di bontà, in cerca di conforto e di conversione”. “Noi oggi veneriamo il suo corpo – ha detto – inaugurando un periodo particolarmente intenso di pellegrinaggio”.

Nessun clamore o letture distorte. A salutare il porporato mons. Domenico D’Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia-Vieste e delegato pontificio per le opere di Padre Pio. “Non cerchiamo clamore, chiasso, letture distorte e avventate”, ha detto il presule: “vogliamo onorare e benedire il Signore mirabile nel suo fedele servo, san Pio da Pietrelcina, che ha fatto della sua esistenza e del suo corpo segnato dalle stimmate uno strumento alto e leggibile di quell’immagine e somiglianza di cui il Dio creatore ci ha plasmato”. Mons. D’Ambrosio ha chiesto al card. Martins di “bisbigliare, magari sotto voce, alle orecchie del Santo Padre il nostro ardente desiderio di averlo qui. Lo attendiamo – ha detto tra gli applausi delle migliaia di fedeli presenti – davanti alle spoglie di San Pio da Pietrelcina per lodare e benedire con tutti noi il Signore che ce lo ha donato”. Nel pomeriggio il presule, nel corso di una conferenza stampa, ha escluso la partecipazione del pontefice nel prossimo mese di giugno nel corso del viaggio a Santa Maria di Leuca e Brindisi: “non ci sono deviazioni nei programmi del Papa, lasciamo fare alla Provvidenza”, ha spiegato.

L’esposizione del corpo di Padre Pio – Dopo la celebrazione il card. Martins e tutti i celebranti (tra i quali 26 vescovi) hanno fatto ingresso nella cripta che ospita la teca di vetro con il corpo di padre Pio. La tomba, nella cripta del santuario dedicato alla Madonna delle Grazie e sede anche della comunità dei cappuccini, era stata aperta il 2 marzo scorso con una preghiera presieduta da mons. d’Ambrosio, nel corso della quale il corpo del santo è stato riesumato e ad una prima ispezione da parte dei periti nominati dall’arcivescovo è risultato in discrete condizioni. In quell’occasione è stata aperto il contenitore contenente la triplice cassa (acciaio, legno e zinco) che conservava il corpo di padre Pio dal giorno della sepoltura avvenuta dopo la sua morte, nel settembre 1968. La ricognizione canonica, aveva detto in quella occasione mons. D’Ambrosio, “in risposta a una corale e circostanziata richiesta inoltrata alla Congregazione delle Cause dei Santi, è il punto di arrivo di una meditata e prolungata riflessione; rientra nella collaudata e secolare prassi della Chiesa; risponde alla storica responsabilità di garantire, attraverso appropriate procedure, una prolungata conservazione del corpo del nostro Santo per permettere anche alle generazioni che verranno la possibilità di venerare e custodire le sue reliquie”. Le spoglie del santo sono esposte in una teca in cristallo: sull’abito, cucito dalle clarisse del Monastero della Resurrezione di San Giovanni Rotondo, è stata posta una stola mentre sul volto è stata applicata una maschera di silicone. Le calze e i guanti sono di padre Pio e conservati nella cella del cappuccino.

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