Solo ponendosi in una prospettiva autenticamente umanistica e in una coraggiosa apertura alla scoperta del saper vivere non solo del sapere e del saper fare l’università potrà sfuggire al rischio della deriva tecnicistica e mercantile che risolve solo apparentemente le cause del disagio, della rabbia e della disperazione giovanile. Lo ha detto mons. Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università, aprendo questo pomeriggio, a Napoli, il quarto Convegno nazionale dei responsabili regionali e diocesani di pastorale universitaria e dei Cappellani universitari, sul tema: Formazione e scienza a servizio dei giovani, per il bene della società italiana (fino al 17 febbraio). È la persona dello studente il vero capitale su cui investire, ha proseguito Stenco, secondo cui il servizio dell’uomo come persona e la ricerca della verità sono due cardini che nessuna riforma universitaria può e deve ignorare. La prospettiva solo tecnologica, invece, per il direttore dell’Ufficio Cei presuppone una ragione strumentale attenta solo all’ottica dell’avere e del produrre, e la sfiducia nella capacità della ragione umana di raggiungere solide certezze in ordine al vero e al bene nega le stesse basi del dialogo e della ricerca di valori condivisi. Sir