Vita Chiesa

UNIVERSITÀ: STUDENTI CATTOLICI, «NON DIMENTICARE LA CENTRALITÀ DELLA PERSONA»

“La particolare fase che stiamo vivendo risente in maniera sempre più evidente di forme di frammentazione culturale, di dispersione e, soprattutto, di solitudine e di isolamento, con l’inevitabile conseguenza di rendere troppo lunghi i tempi previsti per il conseguimento della laurea ma, specialmente, di non agevolare in alcun modo la crescita umana e spirituale degli studenti”: inizia così la lettera del Forum delle associazioni degli studenti universitari, presentata ieri mattina, durante l’ultima sessione del VII Incontro nazionale dei docenti universitari, promosso dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’Università della Cei, a Napoli. Tranne qualche esempio positivo in Atenei cattolici, “non si è ancora aperto – denunciano gli studenti cattolici nella lettera ai docenti universitari – nessuno spazio significativo al cui interno i giovani possano sentirsi responsabili del proprio studio e del proprio futuro, visto che negli ultimi anni accademici ha prevalso la logica della funzionalità, dell’efficienza, dei numeri, cui pure va dato un valore, ma senza dimenticare l’assoluta centralità della persona umana”. “La lettera – ci ha spiegato Silvia Sanchini, presidente nazionale della Fuci – nasce come frutto del percorso condiviso all’interno del Forum degli studenti universitari cattolici che si è sviluppato a partire dal convegno di Loreto del 1999”.

Per gli studenti cattolici è necessaria “una sintesi più ampia, più completa, che abbia al centro di tutto la ricerca del senso pieno della vita, al cui interno fede, ragione, vita e cultura s’integrino in un contesto di consapevolezza e di libertà”. Al Forum aderiscono tutte le sigle cattoliche presenti nelle Università: Acli, Agesci, Cammino neocatecumenale, Comunione e liberazione, Fuci, Gioventù nuova, Rinnovamento nello Spirito, The Others. “L’obiettivo della lettera – chiarisce Sanchini – è di rivolgerci come studenti cattolici ai docenti chiedendo un loro contributo affinché siano creati all’interno degli atenei degli spazi di riflessione e di discernimento comune, i cosiddetti laboratori della cultura per riaprire gli spazi della ricerca della Verità come ambiente tipico dell’Università, mirare alla perfezione integrale della persona e al bene della società, educare ad una cultura integrale nel dialogo aperto, franco rispettoso e sereno”. Per ovviare all’assenza di “spazi per la ricerca, il confronto, il dialogo tra le discipline – conclude Sanchini  -i docenti possono venirci incontro ricucendo anche quella relazione docente-discente che oggi manca”.

“Il valore aggiunto di questo convegno è stato iniziare a identificare le questioni che riguardano l’Università sulle quali confrontarci e rilanciare con forza l’idea di creare una rete di collegamento tra docenti universitari cattolici”. Questo, secondo mons. Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’Università della Cei, l’obiettivo del VII Incontro nazionale dei docenti universitari a Napoli. “Finora nelle Università – ha detto mons. Stenco, tracciando, ieri, un bilancio dell’incontro – non sono state prodotte associazioni laicali di docenti universitari di ispirazione cattolica, con la conseguenza che i docenti universitari cattolici italiani non hanno un luogo in cui possa avvenire una riflessione su quello che accade nell’Università italiana: ciascuno parla a suo nome, con l’autorevolezza che si è conquistato”. L’incontro di Napoli “ha voluto offrire un’opportunità di riflessione e confronto per i docenti cattolici e non solo”. Tante le questioni su cui i docenti insieme devono riflettere, a partire “dalla riforma dell’Università in Italia e in Europa” e dal problema “della meritocrazia sia riguardo gli studenti sia i docenti” per arrivare alla questione dell’“unità del sapere” e dell’Università come “comunità educativa”.

La situazione dell’Università oggi desta preoccupazione perché, essendo ormai superata la vecchia visione umanistica dell’Ottocento, “c’è – ha evidenziato mons. Stenco – una forte influenza del mondo economico, produttivo e tecnologico, con forti pressioni e interessi anche sul sistema di ricerca. Perciò, il mantenimento dell’obiettivo della formazione della persona sulla base della sua responsabilità soggettiva, la resistenza contro forme di strumentalizzazione, l’idea che l’Università è preposta alla formazione di una ragione aperta sono le sfide a cui i docenti cattolici devono rispondere in prima fila, ma speriamo di trovare tanti alleati perché è in gioco il bene della persona e della società”. Sui tanti problemi che affliggono oggi l’Università, primo tra tutti quello della riforma, per mons. Stenco, “sono necessarie, da parte dei docenti cattolici, una parola ed una convergenza, senza contrapposizioni, per il bene del Paese”. Particolarmente delicata anche la questione “di come garantire l’eccellenza nell’Università di massa”: “Va bene aprire l’Università a tutti – ha sostenuto mons. Stenco – ma poi bisogna premiare i migliori per permettere loro di diventare eccellenti”. Per un cammino comunitario all’Università, altra questione all’ordine del giorno nell’incontro napoletano, “alla rete di studenti cattolici già esistente si dovrebbe affiancare quella di docenti”.

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