Vita Chiesa

Un salvagente per i matrimoni in difficoltà

di Riccardo Bigi

Può capitare che un matrimonio conosca momenti di crisi. Può capitare che all’interno di una coppia non si riescano più ad affrontare serenamente i problemi, che ogni piccola questione diventi fonte di contrasti e litigi. Può succedere che, tra marito e moglie, ci si senta freddi, soli, distanti. Può capitare, in queste situazioni, che si pensi alla separazione o al divorzio. A chi ci si rivolge in casi come questi? A volte basta poco, basta una scintilla che riaccenda il dialogo, basta qualcuno che aiuti a ritrovare un clima di accoglienza e di rispetto reciproco. Ma dove trovare tutto questo?

In un mondo che non sembra darsi peso per la fine di migliaia di matrimoni, con sofferenze e disagi che coinvolgono in modo particolare i figli, una risposta a queste domande è nata all’interno della Chiesa cattolica. Anche in Italia infatti è arrivata da sei anni l’esperienza di «Retrouvaille» (una parola francese che significa «ritrovarsi»). Una realtà nata in Canada e ormai diffusa in diversi Paesi del mondo. Anche in Toscana sono ormai molte le coppie che sono ricorse a questa organizzazione, tanto che da alcuni mesi anche nella nostra regione sono state individuate alcune coppie incaricate di raccogliere richieste e dare informazioni.

L’idea, spiegano Maria Cristina e Andrea Zurli, responsabili fiorentini dell’associazione, è quella di un «salvagente» (che è anche l’immagine scelta come simbolo di Retrouvaille) che viene gettato alle coppie in crisi, per salvare i matrimoni che rischiano di naufragare. L’esperienza è aperta a tutte le coppie ma viene proposta in particolare a quelle (sposate, ma anche conviventi con figli) che soffrono gravi problemi di relazione, che stanno pensando alla separazione o già separate, e che intendono tentare di ricostruire la loro relazione d’amore. L’associazione è nata in ambito cattolico, ed ha solide radici nella dottrina cristiana sul matrimonio e sull’amore di coppia; i suoi servizi però vengono offerti a chiunque ne faccia richiesta, senza fare distinzioni. Una mano tesa verso le coppie che vogliono rimettere in moto il «sogno» che le ha accompagnate all’inizio della loro vita insieme. Gli strumenti sono molto semplici: ascolto, perdono, dialogo. Semplici, ma straordinariamente efficaci: tra le coppie che si rivolgono a Retrouvaille, sottolineano Maria Cristina e Andrea, la percentuale di quelle che tornano insieme è altissima.

Il meccanismo prevede che il primo contatto avvenga attraverso una telefonata. Dopo un primo ascolto, viene deciso se e quando iniziare il programma: perché il percorso sia efficace, entrambi i coniugi devono essere d’accordo a partecipare anche se spesso capita che sia uno dei due a insistere, mentre l’altro inizialmente viene coinvolto con scarsa convinzione. «Il programma Retrouvaille – spiega Andrea – si propone di prendere la coppia dal punto dove si trova (anche il più basso) e farla muovere passo dopo passo, fino alla guarigione completa, attraverso una serie di passaggi ben precisi, codificati (nulla è lasciato al caso, ma tutto è studiato e calibrato alle coppie) che l’esperienza trentennale d’oltreoceano ha messo a punto in modo definito».

Il momento forte, con cui le persone iniziano il loro cammino in Retrouvaille, è un week end in cui diverse coppie si ritrovano insieme, in luoghi isolati, lasciando a casa figli, telefonini e qualsiasi altra distrazione. Tre giorni intensi in cui le coppie lavorano per ritrovare le basi del proprio stare insieme cercando la «guarigione» del proprio matrimonio ferito. È qui, nel week end, con l’aiuto, il sostegno e la testimonianza di altre coppie e di un sacerdote, che in genere i due ricevono quella scossa di cui avevano bisogno. Durante questa esperienza, si trovano «messi a nudo» di fronte alla propria situazione e vengono spinti a cercare, in fondo al loro cuore, la volontà di ripartire. I risultati, spiegano  Maria Cristina  e Andrea, sono impressionanti: capita di vedere persone che arrivano al week end separatamente, che chiedono camere separate e che alla fine vanno via con il desiderio di ritrovare una vita di coppia. Persone che toccano il fondo della propria disperazione, trovando il coraggio di risalire. Persone che riescono a confessarsi cose mai dette, e che nella sincerità (anche se dolorosa) trovano la forza di aprirsi all’altro. A questo primo incontro segue il «post-week end», una fase di incontri a cadenza settimanale, poi mensile, poi sempre più diradati fino a che la coppia può lasciare Retrouvaille. A meno che non decida (come succede a tantissimi) di restare nell’organizzazione per offrire la propria testimonianza a coppie che vogliono iniziare il loro stesso cammino. «Noi oggi siamo qui a testimoniare – affermano Maria Cristina e Andrea – che c’è una possibilità per le coppie di ripartire… perché l’abbiamo visto in tante situazioni, le più disparate e disperate; ma soprattutto perché, grazie all’insistenza dei nostri amici, abbiamo accettato di percorrere anche noi la stessa esperienza, mettendoci in gioco fino in fondo… e ne abbiamo trovato un gran giovamento».

LA SCHEDAIl programma di Retrouvaille è costituito da un weekend ed un post-weekend per un periodo di circa 4 mesi. Il weekend inizia alle 20 del venerdì e termina alle 18 della domenica. Il post-weekend prevede un incontro settimanale in piccoli gruppi nella regione di appartenenza. Tutti i contatti sono tenuti nella massima riservatezza, i dati richiesti al momento dell’iscrizione vengono forniti esclusivamente alle coppie animatrici del weekend e del post-weekend della regione di appartenenza per poter contattare gli iscritti.

Per contattare Retrouvaille: numero verde 800.123958 (da numero fisso); 346.2225896 da telefonia mobile. Sito internet www.retrouvaille.it

Possono essere chieste informazioni anche al Centro Famiglia della Diocesi di Firenze (tel. 055.2710731) che provvederà a mettere in contatto con i referenti toscani dell’associazione.

LA TESTIMONIANZAGiulia e Simone: «La nostra relazione, malata da tempo, ha trovato nuova linfa»Siamo Giulia e Simone, della diocesi di Fiesole, sposati da 14 anni. Dopo anni di crisi e sofferenza, a causa di un matrimonio ferito, il Signore ha messo sulla nostra strada il programma di Retrouvaille e ci ha permesso di partecipare al «fine settimana» di Macerata, nell’ottobre 2007.

Il week end è stato uno sconvolgimento emotivo per entrambi: in ogni storia ferita che ci veniva condivisa, ritrovavamo e rivivevamo la nostra. Toccare con mano la testimonianza delle coppie che ci dicevano con forza che era possibile ricostruire un matrimonio distrutto, riaccendeva la Speranza che nel tempo si era offuscata.

Abbiamo intuito da subito che questo percorso non sarebbe stato facile: abbiamo iniziato il «post fine settimana», fiduciosi ma anche un po’ impauriti. Ci aspettavano molti incontri, che si sarebbero svolti a Faenza, quindi distanti da casa nostra. Il pensiero dei lunghi viaggi insieme ci spaventava ma oggi possiamo dire che anche quei momenti sono stati uno dei nostri punti di forza.

Abbiamo vissuto i post fine settimana con impegno quotidiano e determinazione, con curiosità e desiderio di vedere ogni volta cosa ci proponesse il programma che ci stava aiutando in un cammino di rinascita, fornendoci nuovi strumenti per lavorare sulla nostra relazione. Ci sono stati momenti di scoraggiamento e delusione, ma sempre la consapevolezza che grazie al nostro impegno e all’aiuto del Signore, qualcosa poteva cambiare tra di noi.

Gli incontri, condivisi con altre coppie sofferenti e sotto la guida di una coppia a sua volta guarita dal programma, sono stati un’occasione per dare nuova linfa alla nostra relazione, ormai malata da tempo. Il clima di libertà e vicinanza nel dolore ci ha dato la possibilità di aprirci, senza la paura di essere giudicati e comunque alla pari con i nostri compagni di cammino. A piccoli passi, abbiamo acquisito un modo nuovo di comunicare, di condividere i nostri sentimenti, abbiamo riscoperto la sacramentalità del nostro matrimonio, voluto prima e guarito poi, dal Signore. Abbiamo avuto conferma che Lui, Sposo fedele della nostra relazione, era sempre rimasto con noi, soprattutto nei momenti difficili.

Quando ci è stato chiesto di metterci a disposizione di altre coppie sofferenti, inizialmente eravamo molto titubanti; ci ripetevamo che ancora non eravamo completamente risolti. Abbiamo, però deciso di fidarci. Fidarci di un programma che ci aveva fatto toccare la Bellezza dell’avventura matrimoniale e che dice che la completa guarigione arriva nel momento in cui si mette a disposizione di altri la propria esperienza. Il dono che il Signore ci aveva fatto, non potevamo tenerlo per noi; era più forte il desiderio di trasmettere la Speranza, attraverso questo programma, a chi ancora era nel dolore. E così, con le nostre fragilità ed incertezze, abbiamo iniziato a metterci a servizio delle coppie che il Signore ha voluto farci incontrare. Donare le nostre ferite, è occasione per noi di ulteriore guarigione; è fonte di gioia e stupore. Lavorare per le coppie ci stimola a continuare il lavoro per la nostra relazione, a non abbassare la guardia, a non sentirsi mai arrivati.

Nei momenti della crisi, la cosa che più ci amareggiava era la sensazione del tempo perduto e del dolore vissuto inutilmente.

Adesso la gioia più grande è donare quello che a nostra volta abbiamo ricevuto ed è questo che dà senso al dolore passato e lo rende fecondo: aiutare altre coppie a «retrouvaille», ritrovarsi!

Adesso siamo consapevoli che gli anni della crisi sono stati per noi anche un tempo di Grazia, un’occasione per crescere come sposi e iniziare a costruire un matrimonio nuovo. Ringraziamo Gesù per questo miracolo di Risurrezione che ha compiuto e che continua a compiere in chiunque glielo permette.

Giulia e Simone