Vita Chiesa

Usa: card. DiNardo su lettera card. Ouellet, «discrepanza di vedute» su voto misure contro abusi

L’annuncio dell’indicazione vaticana, dato dal card. DiNardo ad apertura dell’assemblea della Conferenza episcopale, aveva suscitato non poche contestazioni tra i presuli statunitensi, tra il clero e tra le vittime, ma ora la pubblicazione della lettera sembra suggerire un’interpretazione diversa. Nella missiva scritta da Ouellet si legge che tutta la documentazione, dove tra l’altro si proponeva un codice di condotta per i vescovi e la creazione di una commissione di laici che avrebbe ricevuto le denunce contro di loro, è arrivata in Vaticano solo l’8 novembre ed era praticamente impossibile per gli esperti di diritto canonico consultare entro il 12 novembre (data di inizio dell’assise dei vescovi) tutte le altre Congregazioni competenti in materia. Per questo, il prefetto della Congregazione dei vescovi ha ritenuto che «per la natura e la portata dei documenti» sarebbe stato bene avere più tempo in modo da consentire alle proposte di «maturare adeguatamente».

«Ora è chiaro che ci sono state aspettative diverse sia sulla parte che doveva operare la Conferenza episcopale, sia su quella di Roma – ha spiegato DiNardo – e questo potrebbe aver influito sulla comprensione di queste proposte». Il cardinale ha poi insistito sul fatto che i vescovi statunitensi non stavano cercando di appropriarsi di quei poteri che spettano proprio al Vaticano e che la Santa Sede sarebbe potuta intervenire proponendo modifiche anche dopo il voto dei vescovi americani. Ouellet, in un altro passaggio della lettera, chiarisce che «pur essendo pienamente consapevole che una Conferenza episcopale gode di una legittima autonomia per discutere e infine approvare le misure che rientrano nei poteri della Conferenza, il lavoro della Conferenza deve sempre essere integrato all’interno della struttura gerarchica e della legge universale della Chiesa», e quindi le nuove proposte dovevano essere valutate congiuntamente. «Non avevamo pianificato, né la Santa Sede aveva fatto una richiesta di condividere i testi prima che il corpo dei vescovi avesse avuto l’opportunità di modificarli», ha proseguito DiNardo, precisando che il mancato voto avrebbe provocato una «grande delusione per i fedeli, che si aspettavano dai loro vescovi un’azione concreta».