Vita Chiesa

VERONA 2006; SINTESI AMBITO LAVORO E FESTA: «AGIRE SUI MODELLI ORGANIZZATIVI DEL FARE IMPRESA»

Di fronte alla crisi “del lavoro che non c’è o che non è consono alla dignità della persona”, come pure alle “esperienze drammatiche del lavoro nero e dello sfruttamento”, dal Convegno nazionale di Verona viene una sollecitazione: “Oggi è sempre più necessario agire sui modelli organizzativi del fare impresa”. Con queste parole il filosofo dell’Università di Pisa Adriano Fabris ha sintetizzato i risultati delle discussioni nell’ambito “lavoro e festa”. Le comunità cristiane dell’Italia si pongono il problema “del lavoro che manca al Sud e dei lavoratori che mancano al Nord”, come pure della “presenza della malavita organizzata, fino alle vere e proprie strutture di peccato che sono da riconoscere e combattere”. Fabris ha sottolineato che la prospettiva cristiana suggerisce di “unificare le esperienze di lavoro e festa, come tempo cristianamente vissuto insieme”.

Il contributo dei cattolici alla “crisi del lavoro” può diventare concreto “recuperando la Dottrina sociale della Chiesa, uscendo fuori dalle parrocchie per sporcarsi le mani e portare fuori la speranza. Tutto questo compete ai laici”: lo ha detto questa mattina il filosofo Adriano Fabris, dell’Università di Pisa, che ha sintetizzato i risultati dei lavori del convegno nazionale per l’ambito “lavoro e festa”. “Tutto ciò comporta, tra l’altro, la necessità di promuovere forme imprenditoriali alternative”, ha aggiunto, citando il “Progetto Poliporo”, quella serie di iniziative di piccole aziende cooperative sostenute dalla Cei specie nelle Regioni del Sud Italia per dare lavoro ai giovani. Fabris ha ricordato che i delegati hanno invocato “coraggio e fantasia” tra i laici, per “incidere sulla realtà anche attraverso l’esperienza di nuove forme di lavoro e d’impresa”. Ciò – ha aggiunto – “attraverso la loro capacità di fare rete, come sta dimostrando Retinopera”. Tra le proposte più “coraggiose – ha concluso Fabris – quella di boicottare lo shopping nel giorno del Signore”, per ricordare il significato particolare della domenica.Sir