Vita Chiesa

VESCOVI ITALIANI, PUBBLICATA LA NOTA PASTORALE PER IL «DOPO VERONA»

Il rispetto della dignità della persona umana e della sua centralità in ogni momento della vita a partire dalla scelte economiche e dalle politiche sociali del Paese. E’ quanto invoca la Conferenza Episcopale Italiana nella Nota pastorale relativa al quarto Convegno ecclesiale di Verona dello scorso ottobre, pubblicata oggi con il titolo “Rigenerato per una speranza viva. Testimoni del grande ‘sì’ di Dio all’uomo”. Nel documento, approvato nella 57ª Assemblea Generale, i vescovi invocano politiche di contrasto all’illegalità dilagante e invitano le future generazioni alla cura del creato e a sfruttare le opportunità positive della globalizzazione, promuovendo un ordine più giusto tra gli Stati. “Essenziale in questo cantiere aperto – si legge nella Nota – il contributo di credenti sul piano etico, spirituale, culturale, economico e politico”. Nel testo i vescovi ricordano che il “rispetto della dignità della persona umana in ogni momento della vita”, per ”il sostegno alla famiglia fondata sul matrimonio”, per ”la giustizia e la pace”, per ”lo sviluppo integrale e il bene della comunità civile, nazionale e internazionale”, fa parte della ”testimonianza che la Chiesa è chiamata a rendere al Vangelo”. “La sollecitudine per il bene della società umana – scrivono ancora i vescovi italiani – fa sì che la Chiesa, senza rischiare sconfinamenti di campo, parli e agisca non per preservare un ‘interesse cattolico’, bensì per offrire il suo peculiare contributo per costruire il futuro della comunità sociale in cui vive e alla quale è legata da vincoli profondi”. I presuli rimarcano la profonda comunione con il Papa nel solco del Concilio e, con il Santo Padre, invitano i credenti, in particolare i politici cattolici, a ‘fronteggiare, con determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono i fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano”.

E’ “essenziale accelerare l’ora dei laici, rilanciandone l’impegno ecclesiale”: un ruolo specifico spetta agli sposi chiamati a divenire “Vangelo vivo tra gli uomini”. “Compito della fede cristiana, – si legge ancora nella nota – è quello di purificare la ragione e aiutarla a essere veramente se stessa”. I credenti ”sanno che il Vangelo chiede di mettersi dalla parte degli ultimi, senza i quali non potrà realizzarsi una società più giusta e fraterna”: dai diversamente abili alle famiglie disgregate a quelle forzatamente separate a causa dell’emigrazione. I vescovi denunciano inoltre i “segni di lacerazione” che caratterizzano il tessuto della convivenza civile. Quindi definiscono “l’immigrazione” “nuovo areopago di evangelizzazione” spiegando come “molti di quelli che oggi si accostano da adulti al fonte battesimale sono di origine straniera”. I vescovi rinnovano anche l’impegno verso chi già battezzato sente il bisogno di riavvicinarsi alla fede. Attenzione anche alle sfide della disoccupazione, della precarietà del lavoro e del rispetto dei diritti inalienabili del lavoratore: l’organizzazione del lavoro – scrivono i vescovi – sia attenta ai tempi della famiglia”.

Un appello i presuli italiani lo rivolgono anche all’Europa perché non rinneghi le proprie radici cristiane”, dando ”spazio a quei principi etici che costituiscono parte integrante e fondamentale del suo patrimonio spirituale”. Il Vecchio Continente ”con la sua storia recente di conflitti superati e cammini di riconciliazione” – si legge ancora – è “esempio di unione nella diversità che può favorire una globalizzazione rispettosa delle persone”. “La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui – concludono i vescovi – ha oscurato l’immagine di Dio e ha aperto le porte dell’incredulità. Abbiamo bisogno di uomini, pietre vive che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità”. (Fonte: Radio Vaticana)

Cei, Nota pastorale per il «Dopo Verona»