Vita Chiesa

VESCOVI LOMBARDI SU PACCHETTO SICUREZZA: NO A PAURA, FAVORIRE INTEGRAZIONE IMMIGRATI

“Il consenso ad alcune parti della legge contenente ‘Disposizioni in materia di sicurezza’, emerso anche nelle comunità cristiane, fa nascere interrogativi e suscita preoccupazione”. Lo scrivono i vescovi lombardi in un comunicato (www.chiesadimilano.it) emesso oggi al termine della sessione estiva della Conferenza episcopale tenutasi a Caravaggio (Bg). I vescovi delle 10 diocesi di Lombardia presieduti dal card. Dionigi Tettamanzi scrivono di sentire “il dovere pastorale di rivolgersi ai fedeli” per “invitarli alla riflessione”, provocati anche “dalle parole della nuova Enciclica di papa Benedetto XVI, Caritas in veritate”. Prosegue il documento: “Sembra che la paura – in qualche circostanza purtroppo non priva di ragioni – troppo spesso amplificata artificialmente, spinga ad una reazione emotiva che non aiuta a leggere in verità il fenomeno della migrazione e ostacola la considerazione della dignità umana di cui ogni persona – anche quando migrante – è portatrice”. “Straniero – prosegue il comunicato – non è sinonimo di pericolo o di delinquente”.“La maggior parte degli immigrati che vivono e lavorano tra noi – sottolineano i presuli – lo fanno in modo onesto e responsabile a tal punto da costituire una presenza fondamentale e insostituibile per molte attività produttive e per la vita di molte famiglie”. Il documento richiama al “senso di responsabilità” e al “rispetto delle leggi” su cui si fonda “una società moderna come vuol essere la nostra”, per aggiungere che “i cristiani devono farsi promotori di atteggiamenti e di una legislazione che riconoscano i diritti delle persone oneste (anche quando immigrate); promuovano e sostengano la responsabilità sociale di questi nuovi cittadini provenienti da altri Paesi; favoriscano la solidarietà verso tutti i soggetti più deboli; realizzino procedure praticabili, sensate ed efficienti per la regolarizzazione degli stranieri presenti da tempo nella nostra regione ma solo formalmente irregolari solo perché la burocrazia rallenta e complica l’applicazione di regole già in vigore”. “Favorire l’integrazione degli immigrati presenti nella nostra regione alla ricerca di condizioni di vita oneste e dignitose è la via più promettente per realizzare una convivenza serena che vinca la paura e giovi al bene comune” conclude il testo.Sir