Vita Chiesa

VESCOVO AREZZO, OMELIA S.DONATO: PROSTITUZIONE PIAGA SOCIALE

La prostituzione è una “piaga sociale” che “annulla la dignità della persona e la riduce a puro oggetto di piacere rudimentale” e “le pur positive azioni degli organismi di polizia non possono bastare a sradicare”. Lo ha detto il vescovo di Arezzo, monsignor Gualtiero Bassetti, nella omelia pronunciata in cattedrale per la festa di San Donato, patrono della città.

Ricordando la figura del santo come buon pastore, per Bassetti i falsi idoli di allora oggi si ripresentano “nell’indifferenza che abita la nostra società, nella diffusione di modelli di vita contrari al Vangelo, nella ricerca di obbiettivi e nel manifestarsi di comportamenti che offendono la dignità e la sacralità della vita. Mi vengono in mente i drammi di molte ragazze e donne che arrivano nell’aretino con il miraggio di un avvenire migliore e che invece vengono avviate alla prostituzione nel cuore delle nostre città. Negli ultimi tempi le forze dell’ordine hanno portato alla luce vicende sconcertanti nella nostra provincia”.

Insieme alla condanna dello sfruttamento della prostituzione, monsignor Bassetti ha detto poi che “va deplorata con altrettanta determinazione una cultura edonistica che si nutre di un vero e proprio commercio dei corpi e che, di fatto, alimenta la prostituzione”,

Richiamando poi il senso di giustizia che guidava le azioni di San Donato, “un’analoga rettitudine di coscienza – ha detto Bassetti – deve ispirare l’agire di coloro che adesso, nel terzo millennio, hanno responsabilità in ambiti fondamentali della società civile. A cominciare dal mondo del lavoro che nella nostra terra sta attraversando una fase estremamente delicata. Le difficoltà di numerose aziende, il ricorso sempre più frequente agli ammortizzatori sociali, l’eccessiva flessibilità che rischia di trasformarsi in precariato preoccupano l’intera comunità ecclesiale che sempre più spesso diventa uno dei pochi punti di riferimento per le famiglie che devono fare i conti con la sciagura della disoccupazione e gli stupendi con un esiguo potere d’acquisto”. Per questo “la ‘piena occupazione’ é un obiettivo doveroso per ogni ordinamento orientato alla giustizia e al bene comune”. Infine il vescovo ha detto che “non possono non allarmare gli incidenti sul lavoro che con una inquietante regolarità si ripetono nell’aretino”, con un quadro, rispetto all’anno scorso, che appare peggiorato. “Sono troppi coloro che perdono la vita sul posto di lavoro o restano feriti. La vita di chi lavora è infinitamente più importante della professione e va assicurata con ogni mezzo”. (ANSA).