Vita Chiesa

VITA CONSACRATA: DOCUMENTO VATICANO, SOLO POVERTÀ E CASTITÀ POSSONO VINCERE I «MALI» DEL NOSTRO TEMPO

“L’ingordigia dei beni, la bramosia del piacere, l’idolatria del potere, cioè la triplice concupiscenza che segna la storia ed è all’origine del mali attuali può essere vinta solo se si riscoprono i valori evangelici della povertà, della castità e del servizio”. E’ quanto si legge nell’Istruzione “Ripartire da Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel terzo millennio”, elaborata dalla Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica e diffusa venerdì 14 giugno dalla sala stampa vaticana. Accanto a fenomeni come la diminuzione delle vocazioni e l’invecchiamento, la vita religiosa oggi deve far fronte a “insidie” come la “mediocrità nella vita spirituale”, l’ “imborghesimento progressivo” e la “mentalità consumistica”. Oltre allo “slancio vitale, capace di testimonianza e di donazione fino al martirio”, la vita consacrata, per la Congregazione pontificia, “conosce anche l’insidia della mediocrità nella vita spirituale, dell’imborghesimento progressivo e della mentalità consumistica”. Nonostante tali pericoli, si osserva nel testo, la vita religiosa resta oggi “un modo di vivere alternativo a quello del mondo e della cultura dominante”, perché con il suo “stile di vita” diventa “quasi una terapia spirituale per i mali del nostro tempo”. I consigli evangelici di castità, povertà ed obbedienza, si fa notare in particolare nell’Istruzione, “appaiono come una via per la piena realizzazione della persona in opposizione alla disumanizzazione, un potente antidoto all’inquinamento dello spirito, della vita, della cultura”. “Un aiuto ed un incoraggiamento per rendere sempre più fedele la particolare vocazione delle persone consacrate e sostenere le loro coraggiose scelte di testimonianza evangelica”: così la competente Congregazione pontificia definisce il nuovo documento, pubblicato a cinque anni dall’esortazione apostolica “Vita consecrata”.“Fantasia della carità” e “spiritualità di comunione”: sono questi, si legge nel nuovo testo vaticano, i due pilastri per un efficace “rinnovamento” della vita consacrata, definita “testimonianza profetica e silenziosa, ma insieme eloquente protesta contro un mondo disumano”. “Armonizzare il respiro universale di una vocazione missionaria con l’inserimento concreto entro un contesto e una Chiesa particolare”: questo il compito principale affidato agli Istituti religiosi e alle Società di vita apostolica, chiamati a far fronte ad “antiche” e “nuove” povertà, come “la disperazione del non senso, l’insidia della droga, l’abbandono nell’età avanzata o nella malattia, l’emarginazione o la discrimininazione sociale”. La missione, si legge infatti nel testo, “è prima di tutto un servizio alla dignità della persona in una società disumanizzata, perché la prima e più grave povertà del nostro tempo è calpestare con indifferenza i diritti della persona”. Le “nuove frontiere dell’evangelizzazione”, sottolinea la Congregazione pontificia, chiedono inoltre alla vita consacrata di “farsi vicini ai poveri, agli anziani, ai tossicodipendenti, ai malati di Aids, agli esuli, persone che subiscono ogni sorta di sofferenze per la loro particolare realtà”. Di qui la necessità di “intervenire ovunque vi siano situazioni critiche”, per combattere piaghe come “la tratta delle donne, il traffico dei bambini schiavi”, l’infanzia abbandonata o abusata. In una parola, quella dei religiosi deve essere “una solidarietà che si esprime col saper stare dalla parte della gente”, anche attraverso un “rinnovato impegno culturale che consenta di elevare il livello della preparazione personale e prepari al dialogo fra mentalità contemporanea e fede”. Un “serio e forte impegno nella formazione permanente” e un “discernimento sereno, libero dalle tentazioni del numero o dell’efficienza” e teso a verificare “l’autenticità della vocazione e la rettitudine” dei candidati alla vita religiosa: queste altre raccomandazioni contenute nel documento, in cui viene espresso un “grazie” speciale al “genio femminile” delle religiose e si invita a sviluppare la collaborazione con i laici, le nuove associazioni e movimenti e i Pastori. Sir Il testo dell’Istruzione sulla vita consacrata