Vita Chiesa

Vaticano, “motu proprio” del papa taglia le retribuzioni di cardinali e superiori

“Un futuro sostenibile economicamente richiede oggi, fra altre decisioni, di adottare anche misure riguardanti le retribuzioni del personale”. Inizia con queste parole il motu proprio con il quale Papa Francesco ha deciso di tagliare proporzionalmente e a tempo indeterminato gli stipendi di cardinali, capi dicastero, sacerdoti, religiosi e religiose. Mentre tutti i dipendenti vedranno bloccato lo scatto di anzianità fino al 2023 (eccetto i dipendenti laici dal primo al terzo livello). Le misure in vigore dal 1 aprile.

La decisione tiene conto del “disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede” e “dell’aggravamento di tale situazione a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid – 19, che ha inciso negativamente su tutte le fonti di ricavo della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”

Il Papa ha ritenuto quindi di “dover assicurare la sostenibilità e l’equilibrio tra entrate e uscite nella gestione economica e finanziaria corrente”, procedendo “secondo criteri di proporzionalità e progressività, con la finalità di salvaguardare gli attuali posti di lavoro”. I cambiamenti non toccheranno i dipendenti laici con gli stipendi più bassi.

Una decisione presa dopo aver “acquisito il competente parere della Segreteria per l’Economia e dopo aver esaminato con cura ogni questione riguardante la materia”.

Queste disposizioni si applicano anche al Vicariato di Roma, ai Capitoli delle Basiliche Papali Vaticana, Lateranense e Liberiana, alla Fabbrica di San Pietro e alla Basilica di San Paolo fuori le mura.