Vita Chiesa

Verona 2006: la macchina si è messa in moto

di Riccardo BigiVerona 2006: l’appuntamento si avvicina e la macchina organizzativa inizia a mettersi in moto. Il Convegno Ecclesiale che si terrà dal 16 al 20 ottobre segue quelli di Roma 1976, Loreto 1985, Palermo 1995. Un «evento» che si colloca a metà del primo decennio del terzo millennio e si propone di dare nuovo impulso allo slancio missionario scaturito dal Grande Giubileo del 2000. Il tema scelto, «Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo» è il punto di arrivo di un’intensa e partecipata riflessione di tutto l’episcopato italiano, e indica la volontà di ribadire con forza la scelta già fatta nei precedenti Convegni Ecclesiali: quella di dedicare tali eventi alla considerazione del ruolo dei cristiani nel contesto della realtà storica in cui vivono e operano.

Lunedì scorso la Conferenza Episcopale Toscana ha esaminato, nella sua assemblea all’eremo di Lecceto sulle colline fiorentine, le scadenze che segnano il cammino di preparazione e che nei prossimi mesi impegneranno tutte le diocesi. I vescovi toscani hanno anche nominato i quattro referenti che rappresenteranno la Toscana al comitato organizzativo nazionale: accanto al vescovo di Pescia Giovanni De Vivo ci saranno monsignor Andrea Drigani, il delegato regionale di Azione Cattolica Enzo Cacioli e la presidente diocesana dell’Ac di Pisa Anna Catarsi. In questi giorni, intanto, le varie diocesi devono provvedere anche a nominare un responsabile diocesano, che dovrà affiancare il vescovo nell’organizzazione del cammino di preparazione e che farà da punto di riferimento per il comitato nazionale.

Nelle prossime settimane (la scadenza ultima è il 31 dicembre) le diocesi dovranno anche indicare i rappresentanti diocesani che parteciperanno al convegno di Verona. «Ogni diocesi – spiega monsignor De Vivo – potrà inviare almeno 4 rappresentanti, oltre al Vescovo; le diocesi più grandi, in base alla popolazione, avranno diritto a qualche rappresentante in più». In totale, alla Toscana ne spettano 35. Ogni rappresentante dovrà anche indicare l’ambito di discussione a cui intende partecipare. La richiesta, dal comitato organizzativo, è che nella delegazione ci siano almeno un prete, un religioso o una religiosa, due laici (un uomo e una donna).

Alle diocesi viene anche chiesto di avviare un cammino di riflessione, utilizzando la traccia predisposta dalla Cei (scaricabile anche dal sito www.toscanaoggi.it, nella sezione documenti). «Le diocesi toscane – sottolinea De Vivo – si sono già messe in moto, inserendo questa riflessione all’interno del cammino diocesano. Le modalità verranno scelte secondo le diverse situazioni e le diverse possibilità: alcuni hanno in programma un convegno diocesano sull’argomento, altri affideranno il compito di elaborare un documento al Consiglio Pastorale Diocesano». In ogni caso, i contributi delle diverse diocesi saranno raccolti entro la Pentecoste e affidati alla commissione regionale che, entrò il 31 luglio, dovrà realizzare la sintesi da mandare a Roma.

Una delle novità più interessanti, sottolinea il vescovo di Pescia, è che stavolta i lavori saranno suddivisi non per aree tematiche, ma secondo i diversi ambiti in cui i cristiani sono chiamati a testimoniare la speranza. Il primo è quello della vita affettiva: educazione dei sentimenti, maternità e paternità responsabile, famiglia… Il secondo ambito riguarda il lavoro e la festa; il terzo la fragilità umana (accoglienza del nascituro e del bambino, cura del malato, soccorso al povero, ospitalità dell’abbandonato, dell’emarginato, dell’immigrato, visita al carcerato, assistenza all’incurabile, protezione dell’anziano…). Il quarto ambito è stato definito l’ambito della tradizione, intesa come trasmissione della fede e dei valori ad essa collegati: si parlerà di mass media, cultura, scuola, famiglia. Infine, l’ambito della cittadinanza, ossia dell’«appartenenza civile e sociale degli uomini». Il cammino di preparazione a Verona 2006 prevede anche un percorso di cinque convegni (uno per ambito) che attraverserà tutta l’Italia. Si partirà a gennaio da Palermo (ambito della tradizione) per toccare Terni (vita affettiva), Novara (fragilità umana), Rimini (lavoro e festa); il convegno dedicato all’ambito della cittadinanza si svolgerà in Toscana, ad Arezzo, dall’8 al 14 maggio.Un cammino di preparazione che può apparire complesso e faticoso: «ma l’importante – sottolinea De Vivo – è tenere presente il tema di cui si parla. La speranza, afferma il documento della Cei, oggi è un bene fragile e raro. Quella che noi proclamiamo è la speranza che viene da Gesù Ristorto: ricordare questo è fondamentale per dare forza e vigore alla testimonianza che i cristiani sono chiamati a dare nel mondo».